Espandi menu
cerca
Nick e Norah: tutto accadde in una notte

Regia di Peter Sollett vedi scheda film

Recensioni

L'autore

degoffro

degoffro

Iscritto dal 10 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 98
  • Post 165
  • Recensioni 929
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Nick e Norah: tutto accadde in una notte

di degoffro
4 stelle

Dopo il promettente e felice esordio con “Raising Victor Vargas”, distribuito in Italia solo in dvd con il titolo “Long way home”, il regista Peter Sollett fa un brusco passo indietro. Tratto dall’omonimo romanzo di Rachel Cohn e David Levithan, “Nick & Norah” racconta, come il primo film di Sollett, il nascere di una tenera, impacciata e timida storia d’amore tra due adolescenti, ma con molta meno freschezza, arguzia e spontaneità. Nonostante la complice sintonia tra i due protagonisti (bravini, nulla più) e l’ambientazione in una vivace ed elettrizzante New York notturna (anche il film d’esordio si svolgeva a New York, nel quartiere di East Side in una torrida estate) il film non si discosta molto dalle banali e ovvie teen comedy sentimentali che tanto di moda vanno oggi. A voler essere generosi si salva a malapena proprio l’intreccio romantico che, pur tra tira e molla prevedibili, battibecchi scontati ed equivoci telefonati funziona discretamente nei suoi obbligati sviluppi, più che altro per merito dei due personaggi principali tratteggiati con una certa finezza ed affetto nei loro comportamenti un po’ goffi, confusi ed imbarazzati. Nella memoria rimane per esempio la simpatica e riuscita scena alla sala di incisione quando i due ragazzi trovano finalmente un po’ di intimità, con la macchina da presa che lascia fuori campo i protagonisti – si sentono solo le voci – concentrandosi sui molteplici microfoni presenti nella stanza il cui audio sale e scende ad amplificare i sospiri e i gemiti di Nick e Norah abbracciati sul divano. Il contorno purtroppo è davvero miserello, ingenuo ed improvvisato. Forse sta proprio qui la principale differenza rispetto all’esordio del regista. In “Long way home”, infatti, i caratteri di supporto ed il contesto sociale venivano dipinti con meno approssimazione e superficialità, dando al film un vero valore aggiunto. Qui è la fiera dello stereotipo tra i tre amici gay di Nick, l’ex ragazza di Nick viziata ed antipatica che, in un sussulto di gelosia, tenta di riconquistarlo con tanto di spogliarello sulle note di “You sexy thing” (parentesi tristissima), e l’amica di Norah, perennemente ubriaca, costretta a passare la notte a vomitare nei cessi o in altri locali pubblici ed incapace di staccarsi dalla sua gomma da masticare (con tanto di gag vomitevoli, nel vero senso della parola). Il divertimento scarseggia e la noia ben presto prende il sopravvento, anche perché la sensazione evidente è che il film in più occasioni giri perennemente a vuoto, allo stesso modo dei protagonisti che, in viaggio sul furgoncino, cercano invano, per i locali di New York, il concerto del loro gruppo musicale preferito. Si salva una battuta: Norah, a proposito dell’ex ragazza di Nick dice che è “cosi magra che sembra un filo interdentale”. Come spesso capita in operazioni del genere la colonna sonora è ottima: peccato che sia un film e non un cd. Lascia davvero perplessi che riviste specializzate e meritorie come “Cineforum” possano parlare bene di robetta del genere: più che cinema a me pare una sit-com prolungata ed edulcorata, perfetta per il tardo pomeriggio di Italia 1. Inconsistente. Prodotto, tra gli altri, da Chris e Paul Weitz.

Voto: 4

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati