Regia di Varo Venturi vedi scheda film
Ispirato ad eventi realmente accaduti e presentato come una sorta di nuovo paradigma del cinema indipendente italiano, Nazareno parte in maniera spiazzante, quasi surreale nel suo estremo realismo: disegna una Roma sotterranea, suburbana, una periferia in cui la malavita sguazza e ingoia personaggi marginali e disperatamente soli costretti dalle circostanze a vivere di espedienti. Con sopra a tutto l'ombra inquietante del Vaticano, epicentro di un losco affare che cambierà la vita del protagonista. Nazzareno Bomba, attore non professionista come tutto il cast (con la sola eccezione di Francesca Schiavo) interpreta sé stesso, infermiere ex detenuto che di notte arrotondava come picchiatore per il recupero crediti, e si mostra all'altezza della situazione. Qualche pecca ce l'ha invece la sceneggiatura che, incerta sulla direzione da prendere per la prima mezzora (c'è troppa carne al fuoco) si riprende egregiamente quando sceglie in maniera netta la strada dell'action movie metropolitano: il ritmo cresce immediatamente, e il film assume una fisionomia definita, credibile e curiosamente assimilabile a quella di modelli americani ben più costosi. Risultato tutt'altro che disprezzabile per un film girato con due soldi interamente in digitale. Un film, sia chiaro, assolutamente imperfetto a causa della voglia di strafare del regista che ne condiziona in avvio la fruizione, ma che, superati i primi impacci, risulta coraggioso e godibile, impreziosito dalla bella fotografia e dalle convincenti interpretazioni di un manipolo di attori sconosciuti presi dalla strada.
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