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Borderland - Linea di confine

Regia di Zev Berman vedi scheda film

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La recensione su Borderland - Linea di confine

di mc 5
8 stelle

Sarebbe un errore sottovalutare questo horror, coprodotto da Messico e USA, archiviandolo spregiativamente come fondo di magazzino estivo. Uno sparuto manipolo di appassionati del genere lo aspettava con ansia e credo che la data d'uscita italiana sia stata più volte posticipata (il film è del 2007). Non parliamo poi della critica "paludata" che o non lo ha neppure recensito o, se lo ha fatto, l'ha considerato con la sufficienza che si riserva a qualcosa che ti sta facendo perdere tempo e che si deve fare per forza e senza convinzione. E invece, da frequentatore abituale del filone horror, devo dire che il film non delude affatto. Tranquilizzo subito chi, conoscendo questi miei scritti, già teme una mia interminabile digressione sullo stato di salute del genere horror. Però devo esprimere la mia soddisfazione se consideriamo che gli ultimi due film usciti da noi ("Martyrs" e , appunto, questo "Borderland") sono entrambi molto validi. "Martyrs" poi è anche innovativo e sorprendente, mentre questo ricalca schemi già ampiamente collaudati ma lo fa con buon gusto e intelligenza. La percezione primaria che ne ho tratto è quella di un fascino accattivante caratterizzato da un mix di intenso sapore di b-movie con qualche suggestione vintage. Qualche recensore incauto lo ha inserito frettolosamente nel cosiddetto filone "Turistas": no, troppo comodo. E sbagliato. Anzi, dopo la visione mi sono ritrovato a chiedermi il motivo per cui un horror tutto sommato ben poco innovativo mi sia potuto piacere tanto, a me poi, che sono talmente sgamato da essere anche piuttosto esigente, viste le vaccate che abbondano -soprattutto d'estate- in questo settore (non se ne può più di case infestate da bambine giapponesi o da mostri deturpati resi incazzosi da traumi infantili). La risposta a questa mia domanda si svolge su due piani. Da una parte mi viene spontaneo concludere che questo film che sembra così "etichettabile" in realtà è assai meno convenzionale di quello che appare ad una prima frettolosa analisi. Poi c'è da dire che vi si riscontra un singolare contrasto tra l'ìmpostazione stilistica da b-movie (con tutto quello che questo termine evoca, dalle facce dubbie degli attori ad una recitazione approssimativa...) e ciò che invece il film di fatto è, cioè una pellicola diretta con mano furba e sapiente e recitato davvero più che dignitosamente, da attori che tutti (ma proprio tutti) esibiscono le facce e i toni maledettamente giusti. Ad esempio i tre ragazzi protagonisti non sono i soliti volti da palestrati o da telefilm medio-basso, anzi se la cavano egregiamente. Ma soprattutto è l'attore che impersona Santillan (il super malvagio di turno) ad avermi profondamente colpito. Mi ha esaltato vedere un attore calarsi con tanta efficacia in un ruolo che richiede una sorta di trasfigurazione dalla malvagità all'estasi mistica. Allora, siccome ogni volta che vedo un attore bravo sconosciuto io mi metto ad indagare, ho scoperto che in realtà lui, che si chiama Beto Cuevas, non è un attore ma bensì una rockstar di origine cilena di cui in rete sono visibili diversi video, anche di scatenati concerti live...curioso, no? Insomma, se si è predisposti alla visione di un buon prodotto horror, questo film risulterà gustoso e divertente come pochi altri. Si tratta di una pellicola che ha anche il merito, pur basandosi su un impianto convenzionale, di trovare da sè la strada per uscire da questa convenzionalità. E di risultare godibile tanto all'appassionato esigente del filone quanto al pubblico "caciarone" in cerca solo di risate "orrorifiche". Se vi capiterà di leggere (magari nelle pagine degli spettacoli dei quotidiani o addirittura sul flyer della multisala) un riassuntino del film, non fatevi ingannare. Sì, d'accordo abbiamo i tre studentelli americani che decidono di varcare la frontiera col Messico, immaginato dai tre come realizzazione di un sogno di libertà, come terra dove finalmente poter esprimere un'attitudine a "sesso droga e rock'n'roll", per capirci. Ma, attenzione, tutto questo non è stereotipato come si può ipotizzare, e comunque è coniugato con dialoghi decenti, una recitazione credibile, una regìa che sa controllare e gestire la tensione: in sostanza, qui non alloggiano nè popcorn movies nè tantomeno horror sciocchi per teen agers. La vicenda l'ho in parte accennata. Abbiamo questi tre giovani texani che, prima di affrontare scelte di vita importanti che rappresenteranno per loro un pò la fine dell'innocenza, vogliono concedersi un'ultima "bravata", qualche giorno in quel Messico che essi immaginano come terra promessa, soprattutto per poter dare adeguato sfogo alle loro esigenze "ormonali". Ma in realtà la frontiera del Messico segna un confine con l'orrore, un valico attraverso il quale si entra in un territorio dove la violenza e la sopraffazione non sono regolati da alcuna norma e dove, soprattutto, criminali dementi hanno costruito, sul consenso di una schiera di cortigiani, un piccolo impero che è zona franca anche rispetto alla polizia. Insomma ad aspettare i tre giovani c'è un autentico Inferno. E per lo spettatore è una goduria vedere come i tre se la cavano (e non è detto che se la cavino!). Va aggiunto poi che la vicenda dei tre poveretti si innesta su un altro episodio che è poi il prologo del film, da cui emerge una dolente figura di anziano poliziotto svuotato dal dolore e dalla sofferenza. Il trailer fa riferimento a "fatti realmente accaduti": io confesso che su questo punto ero molto scettico, abituato come sono a queste "formule" promozionali...e invece indagando ho riscontrato che la vicenda si basa effettivamente su una brutta storia della fine degli anni '80, di cui sono riportati in rete nomi e cognomi autentici. Ci sono nel film, qua e là, scene ad effetto girate piuttosto bene, e una in particolare mi ha colpito per la sua suggestione visiva: uno dei tre protagonisti è stato fatto prigioniero da una setta di fanatici criminali, crede ad un certo punto di poter fuggire e si mette a correre a perdifiato, ma dietro di lui spunta una sorta di cowboy, con la faccia da zombie e cappellaccio in testa, che lo insegue a cavallo e poi lo cattura utilizzando il suo "lazo"...ecco, si tratta di una sequenza breve ma molto efficace. Non chiedetemi lumi sul cast perchè per il sottoscritto sono tutti volti sconosciuti e anche del regista non so nulla. Un film destinato a passare come una meteora nelle nostre sale, da gustare come si gusta un ghiacciolo in questi giorni di caldo senza tregua. Senza però dimenticare che non è il solito horror estivo-fondo di magazzino.
Voto: 8 e 1/2

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