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Jerichow

Regia di Christian Petzold vedi scheda film

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La recensione su Jerichow

di fratellicapone
6 stelle

Ho guardato sulla carta: Jerichow è una città della Germania del Nord, non lontano da Berlino. Perché poi il regista abbia chiamato così il film non è dato di sapere. Nel film la città non appare mai e i luoghi dove si svolge la storia sono solo le due case, quella di lui, isolata e fatiscente con un treno che passa vicino e tutto terreno in abbandono come la casa. Quella della coppia, Laura e il marito turco, una casa grande ma altrettanto isolata nel verde di boschi di betulle. Qualche tristissima scena su una spiaggia solitaria davanti ad un mare di piombo dove i due/tre organizzano delle uscite.

Sono tre i personaggi. Lui è un giovane e atletico militare, congedato con disonore, che torna nella casa della madre morta e rimane senza un soldo perché tutto quello che aveva gli viene levato da due tipi tosti con cui aveva dei debiti. Cerca lavoro, anche se siamo in Germania, non trova nulla che gli permetta di vivere. Lui è un personaggio del tutto inespressivo, statuario e freddo; al confronto Robocop era addirittura un personaggio allegro e divertente. La sua vita si incrocia con quella di un ricco turco fornitore e gestore di decine di chioschi di fast food che lo assume come autista e uomo di fiducia. Conosce Laura la moglie di lui. Laura è una ex prostituta, di una bellezza triste, che vive come se fosse di proprietà del marito. Tra il giovane e Laura scoppia immediatamente una passione travolgente. Sguardi, baci di nascosto, amplessi furtivi ma non c’è nulla di erotico, emana solo un senso di tristezza. I due non sono liberi di vivere il loro amore, non ci sono soldi e Laura ha le idee chiare quando dice “non si può amare senza soldi”. A questo punto gli ingredienti di un film noir come tanti ci sarebbero tutti: ammazzano il marito e vivono ricchi e felici.

Ma le cose non procedono in questo modo secondo il loro piani e c’è un finale imprevedibile.

Il film è di una tristezza infinita e i tre personaggi sono delle entità di poche parole, anzi quasi senza parole, che rimangono incomprensibili quasi come se il loro destino fosse solo quello di commettere un delitto per risolvere i loro problemi ed ognuno rimane imprigionato senza parole in una specie di fato ineluttabile, Sicuramente il personaggio più meccanico e glaciale è il giovane ex militare che non esprime emozioni, un blocco di ghiaccio. Più definito è il carattere del marito che nel finale acquista un maggior spessore. Il film, nonostante questi limiti, prende fino alla fine.

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