Regia di Peter Segal vedi scheda film
Parodia ordinaria dello zerozerosettismo, tra Austin Powers, La pallottola spuntata e Mr. Bean, con qualche punta di umorismo demenziale (le parti a mio parere più riuscite), dovuta all'apporto di Mel Brooks, che con Buck Henry fu l'ideatore dell'omonima serie televisiva, dalla quale è tratto il film.
Steve Carell, sopravvalutato nuovo comico del cinema americano, è troppo poco atletico per fare il protagonista dei filmoni hollywoodiani, ma troppo perbenino per una comicità scorretta e graffiante, e quindi viene spesso scelto per questo tipo di parti di eroino dei poveri, di inconsapevole portatore sano dell'eroismo da scrivania, dell'interventismo del travet, dei sogni mostruosamente proibiti del Walter Mitty che in questi giorni torna nuovamente protagonista sui migliori schermi. Riesce difficile riconoscergli ulteriori meriti, così come riconoscere ad Anne Hathaway meriti diversi dall'avvenenza fisica e la credibilità nei panni di agente segreta. I migliori restano i veterani Alan Arkin e Terence Stamp, il quale è in tarda età titolare di un'ottima carriera cinematografica da vilain.
E la Russia torna a fare da covo dei briganti: ai tempi della guerra fredda lo era in virtù della Rivoluzione d'Ottobre e della sua titolarità di sede del comunismo mondiale, oggi ritorna in questo ruolo, quale paese nel quale si è sviluppato un capitalismo aggressivo ed incontrollato che per certi versi spaventa anche gli squali delle spietate multinazionali americane.
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