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Inkheart. La leggenda di Cuore d'inchiostro

Regia di Iain Softley vedi scheda film

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La recensione su Inkheart. La leggenda di Cuore d'inchiostro

di FilmTv Rivista
4 stelle

Di libri e lettori magici, nel cinema, ce ne sono a bizzeffe, se trovi il tomo giusto (o meglio, sbagliato), non sai se arriverai all’ultima pagina. E mai che questo succedesse con un libro di ricette o un saggio di politica, ogni qualvolta la fantasia supera la realtà ed esce dalle pagine, è per farci catturare, letteralmente, da mondi immaginari e storie infinite. Inkheart. La leggenda di Cuore d’Inchiostro, ovviamente, non fa eccezione: nato dalla già immaginifica penna di Cornelia Funke (ed. Mondadori), è stato consegnato al talentuoso regista Iain Softley (The Skeleton Key) per dargli anima e corpo sullo schermo. Tanto mestiere, un buon cast (Helen Mirren, Eliza Hope Bennett e Paul Bettany su tutti) e l’uso intelligente e parsimonioso degli effetti speciali - è un film molto parlato, anzi letto - fanno sì che la fiaba regga. La storia è semplice: il protagonista (Brendan Fraser) è un “lingua di fata”, rende reale tutto quello che legge. Un giorno questo gli costa la moglie, intrappolata nel mondo di Inkheart, romanzo fantasy di uno scrittore ligure sfigato. Nove anni dopo tutti vorranno lui e il volume redivivo. Per tornare a casa, diventare ricchi, ritrovare l’amore. Le solite cose, è vero, ma raccontate bene.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 7 del 2009

Autore: Boris Sollazzo

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