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La volpe e la bambina

Regia di Luc Jacquet vedi scheda film

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La recensione su La volpe e la bambina

di bradipo68
6 stelle

Una favola scritta da Esopo viene filtrata attraverso la sensibilità Disney?Forse è un po'troppo ridurre questo lungometraggio di Jacquet alle due illustri influenze.Ma è indubbio che nonostante il suo tentativo di svicolare dagli illustri modelli ,il copyright di Jacquet reduce da una marcia trionfale di pinguini in questa storia d'amicizia e di diversità segna un po'il passo.Quello che convince di questo film è lo sguardo naturalistico,la meraviglia della cinepresa che si sofferma a osservare tutta la vita che brulica nel sottobosco,con quel pizzico di crudeltà dettato dalla piramide alimentare.Un mondo fatto di alberi, di sibili di vento,di fruscii di foglie,di fughe precipitose e di notti più animate di una qualsiasi movida in una cittadina rivierasca.C'è poco da dire:le immagini sono bellissime,la fotografia è da tuffo al cuore,la tavolozza cromatica che esplora tutte le stagioni è quantomai ampia.E anche la volpe con la sua diffidenza,con quei suoi occhioni che sembrano aver paura di tutto,riesce a essere meno finta di tanti animali di casa Disney.Passiamo alle cose da condannare.Il film di Jacquet è afflitto da una voce fuoricampo(in Italia di Ambra Angiolini,ma non è lei il problema)che snocciola testi di ingenuità e bruttezza imbarazzante dall'inizio alla fine,da una bambina rossocrinita(quasi una mimesi della volpe con cui fa amicizia) epigono dei modelli di baby mostro comuni nella tv americana(ed esemplificati splendidamente nella parte finale di Little Miss Sunshine) e da un finale "miracoloso" che ti si ferma di traverso nell'esofago.La fobia degli spazi chiusi,i collari che sono simbolo di costrizione e quindi non fatti per un animale che necessita della libertà,l'inganno ordito contro il quadrupede per farla entrare in casa gettano un ombra inquietante e danno alla narrazione una svolta inaspettata.Forse troppo inquietante e inaspettata per un film il cui target di riferimento è quello infantile.E se ne devono essere accorti anche gli autori che con un mistificatorio colpo di scena cercano di rassicurare con un finale alla melassa.....

Su Luc Jacquet

ormai ha un suo trademark

Su Bertille Noël-Bruneau

insopportabile

Su Isabelle Carré

incredibilmente imbruttita.Prima era veramente una dea

Su Thomas Laliberté

cameo

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