Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Dopo il mare e l'imbarcazione di Steve Zissou, Wes Anderson cambia ambientazione: l'India ed il treno Darjeeling Limited. Cambiano i luoghi, ma non la rappresentazione del mondo e dei malinconici personaggi cari al regista. Anzi, qui ne approfitta ancora di più per sbizzarrirsi e perdersi nei colori orientali, nei corridoi e negli scompartimenti del treno, nelle lande del deserto indiano. La tematica resta la stessa, ovvero la riscoperta dei rapporti familiari. In questo senso, quindi, nelle tematiche, nei personaggi, nelle scelte cromatiche e nello stile registico, sembra quasi che Anderson racconti sempre lo stesso film. Ed è questo forse un limite della produzione del regista texano, e anche di questo "Il treno per il Darjeeling" il quale, soprattutto nella seconda parte, perde colpi diventando a tratti noioso. Ma è innegabile che Anderson sa raccontare le sue storie. Sa coniugare il sorriso con la commozione, sa far affezionare lo spettatore ai suoi surreali personaggi. E sa girare benissimo, con movimenti di macchina che sembrano rappresentare dei quadri in movimento, accompagnati da una scelta musicale sempre azzeccatissima. Ecco perchè a me piace il suo cinema. E' il cinema di un eterno fanciullo, che sa tranquillizzarci, lasciandoci una sensazione di pace interiore, come se fossimo partiti anche noi per il viaggio spirituale sul Darjeeling Limited.
P.S. Anderson girò, in contemporanea al film, un cortometraggio intitolato "Hotel Chevalier", di 13 minuti, nel quale si spiega la storia d'amore tra il personaggio di Jack (Jason Schwartzman) e la sua ex (una bellissima Natalie Portman, che compare in un cameo anche nel film). "Hotel Chevalier" è un piccolo gioiello, da vedere prima del film. Lo si trova su YouTube, consigliatissimo...
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