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Notturno bus

Regia di Davide Marengo vedi scheda film

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La recensione su Notturno bus

di barabbovich
6 stelle

A Roma, una coppia di malviventi particolarmente inclini alla tortura (Citran e Pannofino) e un ex poliziotto (Fantastichini) al soldo di un potente misterioso si contendono un preziosissimo microchip contente chissà quali informazioni. Nella contesa si inserisce inconsapevolmente Leila (Mezzogiorno), una bella ladra armata di potenti capacità seduttive. Braccata dai tre uomini, Leila coinvolge Franz (Mastandrea), un conducente di autobus con il debole per il tavolo da gioco e con un cospicuo debito da saldare. Sedotto anche lui, Franz finisce in un ginepraio dal quale uscirà miracolosamente dopo una girandola di inseguimenti e fughe rocambolesche.
Al suo primo lungometraggio dopo alcuni corti (notevole il suo Shit! incluso in Corti stellari), Davide Marengo mostra una buona attitudine nel giocare con i generi: noir, poliziesco, commedia rosa e grottesco si mescolano con riferimenti neppure troppo impliciti a quel capolavoro misconosciuto di Piano 17 dei Manetti Bros., al cinema dei fratelli Coen (Fargo, Ladykillers) e a Fuori orario di Scorsese. Sulla trama assai esile  - ricavata dal romanzo omonimo di Giampiero Rigosi - di questo noir alla vaccinara, Marengo innesta con una certa efficacia un nugolo di personaggi ben caratterizzati, a partire da uno straordinario Valerio Mastandrea dalla romanità venata da un riuscitissimo aplomb inglese. Se Citran, per la prima volta nei panni del cattivo, e Fantastichini gli tengono più che degnamente testa, è la Mezzogiorno a non convincere con l'unica espressione del suo repertorio: quella della gatta morta.
Da non perdere i titoli di coda sulle note de La paranza di Daniele Silvestri.

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