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Notturno bus

Regia di Davide Marengo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Notturno bus

di scandoniano
8 stelle

E chi l’ha detto che il cinema italiano è morto? Basta mettere insieme un po’ di alte professionalità emergenti del Belpaese ed il risultato è un bel film, forse altalenante, che strizza troppo l’occhio ad un certo tipo di cinema americano, ma comunque un prodotto più che dignitoso, (quasi) completamente griffato Italia.
“Notturno bus” è un thriller diretto dal semiesordiente napoletano Davide Marengo, in cui s’intrecciano le vicende di personaggi eterogenei. La storia ruota intorno all’incontro tra una ladra (Giovanna Mezzogiorno) ed un autista di autobus (Valerio Mastandrea), un incontro che, “è un tipico” – direbbe Mastandrea, cambierà loro la vita.
La psicologia dei personaggi denota l’insicurezza di ognuno di loro: chiunque è ad una sorta di bivio ed è emblematico che il luogo in cui quasi tutti si ritrovano nel finale sia l’aeroporto (luogo impersonale ed anarchico per antonomasia).
La scrittura della sceneggiatura è discreta, anche se risente vistosamente del travaso inter-mediatico: pur non avendo letto il libro di Giampiero Rigosi, è evidente che i tempi dilatati del romanzo nel film risultano striminziti: la bravura di Marengo sta nel non far capire allo spettatore che i protagonisti non scappano solo perché inseguiti, bensì perché le 2 ore del film sono troppo poche per spiegare per bene tutte le dinamiche previste da Rigosi.
Volendone fare una valutazione complessiva, si potrebbe dire che il soggetto è ottimo, la scrittura buona, i dialoghi meno (in quanto talvolta banali e/o prevedibili). Le interpretazioni sono tutte piuttosto convincenti: Giovanna Mezzogiorno (una ladra occasionale che si trova in un affare più grosso di lei), Valerio Mastandrea (un autista di autobus ad un passo dalla laurea, ma troppo preso da una vita malinconica ed insoddisfacente), Francesco Pannofino e Roberto Citran (una coppia di sbirri sui generis, casinista il primo, sincopato e concreto il secondo), Ennio Fantastichini (delinquente ex sbirro che vuole rifarsi una vita con la compagna). Tra tutti in negativo, non in quanto a bravura quanto a cattiva interpretazione del ruolo, spicca Francesco Pannofino, doppiatore di grandissima levatura, da qualche anno anche interessante attore e soprattutto deus ex machina della serie “Boris”, il quale ha una visione troppo “americana” del ruolo (sarà anche per la voce, accomunabile a Clooney, Denzel Washington o Vin Diesel), finendo per fornire un’interpretazione sopra le righe che, a conti fatti, risulta essere incoerente con contesto ed altri personaggi.
Piccola-grande nota a margine: occorre ringraziare la Polonia (sic!), ed il contributo economico fornito, se “Notturno bus” è diventato un film; un film costato 30mila euro, per cui ci si è fatti aiutare da un ministero estero!

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