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Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della...

Regia di Larry Charles vedi scheda film

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La recensione su Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della...

di mc 5
6 stelle

Ho letto da qualche parte che questo e' un film che "o lo si ama o lo si odia", dunque senza mezze misure. Ma per me non e' stato cosi'. Perche' questo film mi ha suscitato due ordini di reazioni: da una parte la pellicola ostenta un cinismo imbarazzante, sotto questa maschera impassibile con cui Borat macina pensieri che si definiscono usualmente come "politicamente scorretti", ma dall'altra parte il film riveste anche questa caratteristica di "indagine sul campo" condotta in stile "Michael Moore", e dunque tendente a tirare fuori il peggio dalle persone intervistate. L'immagine della cultura e dello stile di vita americani che ne esce fuori non e' che sia esattamente esaltante, anzi diciamo pure che i cittadini made in USA che Borat incontra sul suo cammino ci fanno delle figure barbine (a parte una prostituta di colore che e' l'immagine vivente della serenita'!). Senza dubbio il sig. Sacha Baron Cohen non ha paura di nulla e non si ferma di fronte a nessuno, ed ha realizzato un film piuttosto "estremo", sia nel linguaggio che nelle immagini (la "lotta" a letto fra Borat e il suo socio e' ai limiti del disgustoso). E queste scene "estreme" sono poi quelle (insieme ai doppisensi sessuali e alle parolacce) che fanno sghignazzare il pubblico (specie quello giovanissimo) delle multisale...E a proposito di multisale giova ricordare che il film e' uscito con grande spiegamento di mezzi, in un numero immenso di sale e preceduto da una potente campagna stampa: non male, per un film che si presenta fin dall'inizio nella forma simulata di un home made movie in stile finto-povero.... Insomma, un film volgarissimo e un po' troppo disinvolto nell'esibire cattivo gusto, ma anche un interessante "UFO" cinematografico, uno stile di cinema che prima si era visto ben poche volte, e chissa' che non apra le porte ad una sorta di nuovo genere "docu-fiction-demenziale"...
Concludendo: puo' passare anche la volgarita', purche' non sia solo una gara a "chi la spara piu' grossa" o a "stupire sempre di piu'" ma si accompagni anzi alla voglia sana di provocare smascherando il lato ridicolo e gli anacronismi della civlta' occidentale. Si insinua pero' un dubbio: in questo "reportage on the road" quanto c'e' (se c'e'!) di artefatto e/o manipolato?...o anche solo di prevedibile?

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