Espandi menu
cerca
Il cameraman e l'assassino

Regia di Rémy Belvaux vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Cinedelia

Cinedelia

Iscritto dal 6 agosto 2008 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 89
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il cameraman e l'assassino

di Cinedelia
8 stelle

Qualche anno fa John Bogart, redattore del “New York Sun”, con una semplice frase riuscì ad esprimere lo spirito di un tempo, sottoscrivendo (involontariamente) quella che forse è la legge fondamentale del giornalismo (sensazionalistico):

“Quando un cane morde un uomo non fa notizia, perché capita spesso. Ma se un uomo morde un cane, quella è una notizia.”

“Man bites dog” è anche il titolo americano di questo singolare progetto (quello originale suona come "E' accaduto vicino casa vostra") che, sotto la veste di (falso) documentario, racconta la vita del giovane Benoit, serial killer per vocazione.
Ancora una volta si parla di cinema (e di fiction), sfruttando la sua basilare funzione di “story teller” di massa, occhio di quella “vita” ormai fin troppo spiata.
Basta infatti guardarsi un po’ attorno per capire quanto di profetico ci sia in questa finta verità allestita da Belvaux, estremizzazione di una realtà da salotto (mediatico) ora più che mai attuale e inquietante.
Dietro all’eccessivo contenuto di questo reportage, si cela quell’essenza voyeur caratteristica di ogni spettatore moderno, nascosto dietro un plastico in scala e assuefatto a tal punto ad un concetto di “reality” estremo, da non potere (e non volere) accontentarsi di osservare semplicemente il tranquillo vicino di casa, diventando egli stesso complice di un estremo delitto:
Quello della sete di “informazione”, superflua e nociva.
Ma forse la cosa che fa più paura è un’altra e la si può osservare ora, a più di dieci anni di distanza:
Nel 2008, il video diario di un assassino riesce persino a provocare qualche sbadiglio, quasi diventando un semplice “dog bites man” e opere del genere sono ancora più inquietanti se spogliate della loro aura sensazionalistica.
Sono finiti i tempi in cui, alla stregua di un qualunque Jeffrey Beaumont, si osservava il proibito con vergogna, attraverso le porte di un armadio e benché ancora lontani dalle umide pareti di un Videodrome, sembra proprio che la strada da seguire porti solo in quella direzione.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati