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Mala noche

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su Mala noche

di OGM
8 stelle

In un bianco e nero ispirato alle suggestioni visive della pop art ed agli scenari della beat generation, Gus Van Sant getta uno sguardo freddo e distaccato sulla provincia americana: il popolo dei diseredati, degli immigrati irregolari, dei vagabondi, che occupa le retrovie della grande nazione. Queste sono il teatro nascosto di povere storie di emarginazione, in cui anche il più semplice dei sentimenti, come l’amore  a prima vista, è massacrato dalla difficoltà del vivere. L’attrazione di Walt – autore del racconto autobiografico a cui il film si ispira – per Johnny, un giovane messicano che frequenta il suo piccolo negozio di alimentari, è la miccia che innesca un percorso affettivo e sessuale travagliato. Le normali dinamiche del rapporto di coppia, già minacciate dal divario culturale tra il gringo ed il latino,  sono definitivamente sconquassate dalla presenza del terzo incomodo, Roberto Pepper, amico intimo di Johnny, che, dopo la scomparsa di quest’ultimo, finisce addirittura per sostituirsi a lui.  Il singolare ménage assume così, tra incomprensioni, indecisioni, fallimenti, il tono di una melodia sommessa e disordinata, che non riesce a prendere corpo e diventare veramente trascinante. L’armonia è quella monotona ed inconcludente,  e a tratti ripetitiva, dell’improvvisazione, che Gus van Sant prende in prestito dal cinema di Andy Warhol, addolcendone però gli accenti con lunghe pennellate di poesia metropolitana.    

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