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Meno della polvere

Regia di Hans Petter Moland vedi scheda film

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La recensione su Meno della polvere

di Baliverna
8 stelle

In fuga da un Vietnam difficile, attraverso un viaggio infernale, alla ricerca del padre negli Stati Uniti.

Bello e originale esempio di un cinema classico, ma nello stesso tempo fuori dagli standard. Fin dall'inizio, infatti, su tutto aleggia un'aria non hollywoodiana, ma pur tuttavia non si presume che il regista possa essere un norvegese (finché non lo si è letto). Questi sa però infondere alla storia autenticità e credibilità, quando questa si prestava a vari tipi di degenerazione, come quello della commozione studiata e del buonismo dei migranti buoni e innocenti, o ancora del patinato da film tropicale. Sembra anzi che tutti credano all'impresa, dal regista agli sceneggiatori, agli attori, e che il film sia riuscito proprio per questo. A qesto proposito rilevo una piccola forzatura, cioè l'età dell'attrice che fa la mamma. La differenza tra questa e l'età di suo figlio, se c'è, è troppo piccola.
Un pregio sicuro sono però i personaggi, tutti ben più di manichini che si muovono o blocchi monolitici. Pensiamo alla ragazza, personaggio complesso e sfumato, in bilico tra nobiltà d'animo e cinismo. L'essersi data alla prostituzione le infonde un oscuro senso di indegnità al rispetto degli altri e alla felicità; è disprezzata dai suoi clienti e si disprezza, e pertanto esita davanti all'amore. E' sempre incerta tra il saltare il fosso per cambiare vita, e il restare nella solita palude. A lato, la pseudo storia d'amore tra lei e il ragazzo è descritta con sensibilità psicologica. Colpiscono poi anche il comandante della nave, pure lui personaggio sfumato (è omosessuale?), o lo stesso spietato trafficante di emigranti. Infine il grande Nick Nolte dà vita ad un convincente vecchio quasi barbone, sconfitto dalla vita, ma più sfortunato che inetto. Ma anche il monco del distributore, la ex-moglie, o i terribili padroni di casa dell'inizio lasciano il segno.
Come sfondo alla vicenda, il dramma di un paese, il Vietnam, martoriato dalla guerra e dalla dittatura, luogo di sofferenza e di drammi, dove anche le famiglie sono devastate dall'egoismo e dalla violenza. Ho trovato interessante, infine, il Texas invernale e desolato dell'ultima parte.
Insomma, un film riuscito e da vedere, ricco di personaggi e situazioni, felice esempio di connubio tra spettacolo, storia, e sentimento.

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