Regia di Richard Loncraine vedi scheda film
Va bene la chirurgia plastica e i suoi derivati. Va bene che a Hollywood si vive almeno due volte. Ma Harrison Ford, nonostante la simpatia per i suoi trascorsi indianajonsiani (che, ahinoi, ripercorrerà il prossimo anno), è inesorabilmente entrato a far parte della Generazione Inps. E vederlo indaffarrato nei panni di un espertone informatico specializzato in sofisticati sistemi di sicurezza nell’ennesimo thrillerone da camera con parenti da portare in salvo, regala soprattutto melanconia. È come se il vecchio Harry (64 anni il prossimo 13 luglio) non fosse mai sceso dall’Air Force One: forse per paura di qualche altro 11 settembre, forse perché conscio del suo inesorabile viale del tramonto (almeno per quei ruoli che andavano bene fino a una decina di anni fa). Tra l’altro, spaesato e smarrito, ha persino rifiutato recentemente la parte in Syriana grazie alla quale George Clooney ha vinto l’Oscar e, naturalmente, ringrazia. Quanto a Firewall, che dire? È il personaggio che ti aspetti e che Spike Lee (per esempio) si è ben guardato di inserire nel suo ultimo film di rapina Inside Man. Qui il furto è soprattutto ai danni degli spettatori. Almeno quelli (più) esigenti.
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