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Cani perduti senza collare

Regia di Jean Delannoy vedi scheda film

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La recensione su Cani perduti senza collare

di Baliverna
7 stelle

Incursione di Delannoy nel mondo della delinquenza minorile, quando ancora era un terreno poco battuto.

Si tratta di una pellicola che tenta di inquadrare e disanimare il problema della delinquenza minorile, le sue cause, e il ruolo delle strutture sociali per risolvere questo problema, come giudici e riformatori.

Delannoy – regista che conosco poco – rivela non indifferenti doti registiche, sicché le inquadrature e le riprese sono tutt'altro che scolastiche, banali o semplici: belle angolature, movimenti di macchina, prospettive originali, e cose del genere non mancano. Francamente non me l'aspettavo. Quanto a Jean Gabin, è il solito bravissimo, e particolarmente adatto in un ruolo paternalistico nel senso migliore del termine. Egli interpreta un giudice minorile che tenta, per come può, di aiutare questi poveri ragazzi ad uscire dal giro dei furtarelli e delle bravate, per ritagliarsi il loro posto nella vita con un lavoro onesto. Quello che gli riesce di fare non è molto, perché quegli scavezzacollo non sono facili da domare e da portare sulla buona strada. Tuttavia, questo poco è qualcosa, e tutti gli altri operatori dovrebbero fare la loro parte. È evidente, qui, la critica al sistema della giustizia minorile, che (ora come allora) spesso è una gelida macchina burocratica che punisce senza correggere, e spesso mette una toppa che è peggiore dello strappo. Ma qui Gabin, con la sua flemma e il suo modo di fare ruvido ma non cattivo, è magnifico.

Il risultato complessivo, benché buono, difetta tuttavia di quella freschezza, sincerità e realtà che si vedono nei film dedicati all'infanzia, ad es., di François Truffaut e da certo cinema iraniano. Oltre a ciò, per sezionare con semplicità certe situazioni complesse ci vuole la penna-bisturi di chi sa veramente compiere queste operazioni. Si pensi a quanto può essere difficile rappresentare un piccolo delinquente nell'ambiente della sua famiglia, e tentare di definire il suo carattere, e spiegare la sua devianza con pochi tratti efficaci..... Forse è chiedere addirittura troppo.

Quindi, se questo film ha un problemino, questo è una sceneggiatura scritta con un matita un po' ottusa, e non uno stilo affilato come dovrebbe essere.

Tuttavia, è una pellicola coinvolgente, che ci fa partecipare alle vicende dei suoi personaggi, e ci apre uno spaccato su un tema poco frequentato.

È molto verosimile che verso la fine ci sia un taglio, forse solo nella versione italiana – perché si sente e come. Se così è, si sarebbe potuto reintegrare la sequenza con la versione originale, tanto più che il film ha ripreso a circolare solo di recente, in una versione ottimamente digitalizzata. Chi lo vedrà, capirà esattamente di che sequenza sto parlando.

 

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