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Un buon prezzo per morire

Regia di Carol Reed vedi scheda film

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La recensione su Un buon prezzo per morire

di Baliverna
8 stelle

Intanto non è una commedia, è un film serio, che ha più di qualcosa da dire. A me risulta molto interessante il personaggio di lui, del truffatore, perché secondo me il regista gli dà molta importanza e lo osserva con attenzione durante lo svolgimento del film, benché non ne sia il protagonista. Comincia col volersi riprendere una rivincita sull'assicurazione, truffandola, anche e soprattutto per poi godersi la grana in qualche angolo del mondo sotto falso nome. E' tutto gasato e sicuro di sé, e anche molto innamorato della moglie. Tuttavia, inganno dopo inganno, bugia dopo bugia, il suo personaggio subisce una graduale metamorfosi negativa: diventa avido, violento, per la moglie ha solo desiderio sessuale e non più amore, e i suoi scrupoli morali si dissolvono inesorabilemte. Da simpatico spaccone e mattacchione, diventa un uomo senza cuore che non esita a progettare di uccidere chi gli si mette di traverso. Quello che sembrava un gioco, o al più un divertente e ambizioso piano per "godersi la vita", diventa sempre più pesante e problematico, finendo per sfuggirgli di mano. Lo stesso gioco di cambiarsi più volte l'identità, come gli fa presente la moglie, gli confonde le idee su chi egli sia veramente.
L'attore Laurence Harvey è molto bravo, specie nelle sue smorfie di dubbio, di sospetto, di terrore di essere scoperto. Rende bene, anche per l'abbigliamento, in particolare il personaggio del milionario dandy e viziato, che passa la vita tra gente snob come lui, sperperando quattrini.
Lee Remick è brava, ma soprattutto bella da togliere il fiato. Alan Bates, da parte sua, sa essere sempre lievemente ambiguo, così da suscitare dubbi sulle sue intenzioni lungo tutto il corso della trama. Una particina per Fernando Rey nei panni del poliziotto spagnolo.
Carol Reed mantiene le quotazioni del nome che si era fatto, ed è a suo agio nell'ambientazione esotica, come già in "Il nostro agente all'Avana". L'unico appuntino che faccio al suo film è che la sorte finale del truffatore doveva essere diversa, per essere veramente "giusta" e ironica. E' comunque una buona pellicola, che non delude. 

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