La recensione su Il gaucho

Il gaucho (1964): locandina

Il gaucho (1964): Vittorio Gassman

Il gaucho (1964): scena

Il gaucho Italia Argentina 1964 la trama: Marco Ravicchio factotum e responsabile delle pubbliche relazioni di una casa di produzione cinematografica di Roma, parte in compagnia di tre attrici ed uno sceneggiatore per partecipare al Festival internazionale del cinema di Mar del Plata in Argentina, qui incontrerà un suo vecchio amico Stefano Liberati, che credeva felicemente realizzato ed invece non se la passa bene. La recensione: Il Gaucho un caposaldo della commedia all’italiana uno dei migliori film di Dino Risi, inferiore solo al mitico “Il sorpasso” del 1962 entrambi prodotti da Mario Cecchi Gori. Uno sguardo intriso di cinismo, malinconia sull’italiano medio, interpretato al meglio da Vittorio Gassman, che rifa’ pari pari lo stesso personaggio de Il sorpasso, li era Bruno Cortona, qui si chiama Marco Ravicchio, sono la stessa persona. Grandissima prova anche di Amedeo Nazzari un italiano che ce l’ha fatta, ha una buona posizione sociale il suo Ingegner Maruchelli, l’uomo che paga tutti i conti, malato di nostalgia verso il suo bel paese l’Italia. Tanto è signore Nazzari, quanto è cafone e cialtrone Gassman, uomo amorale ed insensibile. La parte più amara del film è rappresentata invece dall’incontro tra i vecchi amici il sopracitato Marco Ravicchio e Stefano Liberati, interpretato da Nino Manfredi, altro gigante del nostro cinema, indimenticabile per me in “Pane e cioccolata” del 1974 dove interpretava Giovanni Garofoli l’immigrato fallito in Svizzera, qui in Argentina. Molto belle, brave ed in parte anche le tre attrici femminili la matura, ma ancora bellissima Silvana Pampanini, e le ingenue e dotate di scarso talento Nelly Panizza e Maria Grazia Buccella, belle, ma appena aprono la bocca....... Vittorio Gassman come ne “Il sorpasso” si mangia il film la sua “Simpatica canaglia” in realtà un farabutto ed amorale è il mattatore assoluto, con la sua personalità debordante, in un mondo nel quale conta di più l’apparenza dell’essere, tutto questo ci lascia attoniti e con l’amaro in bocca, non fu un grande successo commerciale questo film, sui vizi italici, troppo realistico, anche se presentato bene dal punto di vista estetico, non essendo cinema di grana grossa, ma raffinato e pungente, un film che ci fa pensare, senza annoiarci, con molte scene ben girate, la più bella quella corale nel nightclub, simile alla stessa scena vista nel nightclub di Forte dei Marmi de Il sorpasso.Punto di forza di questo film è sicuramente la sceneggiatura di Ruggero Maccari, Ettore Scola, Tullio Pinelli e Dino Risi, la bellissima fotografia in bn la dobbiamo ad Alfio Contini, in seguito diventato discreto regista di commedie all’italiana stile “Vacanze di Natale” dei fratelli Vanzina, le musiche scoppiettanti ed allegre ricordano quelle di Piero Piccioni, sodale ed amico di un altro monumento del nostro cinema Alberto Sordi, sono di Armando Trovaioli e Chico Novarro. Consiglio la visione del film ad un pubblico, non di bocca buona, che vuole divertirsi con la testa, mai dimenticando quanto la vita è ingiusta e crudele, ma è così, non potendo cambiare il corso degli eventi lo si deve accettare e mettere in preventivo, per avere sempre l’equilibrio che serve per andare avanti e non mollare mai. Voto 8 Interpreti e personaggi Vittorio Gassman: Marco Ravicchio Amedeo Nazzari: ingegnere Maruchelli Nelly Panizza: Ines Silvana Pampanini: Luciana Nino Manfredi: Stefano Liberati Maria Grazia Buccella: Lorella Zappalusso in arte Lorella Maris Nando Angelini: Aldo Maria Fiore: Maria Annie Gorassini: Mara Umberto D'Orsi: Pertini, il produttore Francesco Mulè: Fiorini Guido Gorgatti: Giulio