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Fangio, una vita a 300 all'ora

Regia di Hugh Hudson vedi scheda film

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La recensione su Fangio, una vita a 300 all'ora

di LIBERTADIPAROLA75
9 stelle

La vita del più grande campione automobilistico di sempre raccontata da lui stesso come un interminabile romanzo epico di eroismo!

La sequenza di un Gran Premio recente (almeno per l'anno di produzione del film) di Formula 1, che vede tallonarsi alcune vetture (una di queste pilotata da Nikki Lauda), è commentata da uno speaker che ci ricorda che questa foga e competitività è sempre stata attitudine dei piloti. A tal punto ci riporta indietro di qualche anno, i primi anni '70 e da lì la voce (autentica! In un italiano perfetto ma con l'accento argentino) del protagonista Juan Manuel Fangio, pilota argentino di origine italiana all'epoca del film detentore del maggior numero di vittorie mondiali in F1, ci trasporta ancora più indietro nel tempo e poi in un viaggio avanti/indietro dove ripercorre (accompagnato da una dolce musica jazz di Riz Ortolani) il suo grande amore per i motori e la velocità.

 

 

 

 

 

"Vengo all'appuntamento segreto col fantasma del mio vecchio amore.... Si chiamava Alfetta!" (parole di Juan Manuel Fangio)

 

Con quattro team differenti (Alfa Romeo, Ferrari, Maserati, col quale nel 1957 sarà ricordato per essere stato il più anziano vincitore di un campionato del Mondo di Formula 1, e Mercedes-Benz) consegnò il suo nome all'Olimpo della Corsa Automobilistica.

 

 

 

Gualtiero Jacopetti, un giornalista e documentarista che, nel corso degli anni, ha raccontato il Mondo (CANE?) che gli stava attorno amalgamando romanticismo e sensazionalismo in una ricetta che riusciva ad affascinarci e violentarci allo stesso modo, e Hugh Hudson, un regista che riesce ad affascinarci utilizzando le armi della retorica e dell'epica come facevano i cantori grecoromani (vedere per credere MOMENTI DI GLORIA!) si sono uniti (il primo curando i testi, con lo stesso stile dei precedenti mondo movie, il secondo la parte tecnica) per dare vita alle parole dello stesso Fangio che ripercorre una vita sempre sul filo del rasorio quando era nel circuito (infatti il film tende anche a far presente i vari incidenti nel quale ha rischiato la vita, mentra alcuni colleghi l'hanno persa!). Elogio dell'adrenalina e della velocità o un lungo romanzo dove un pilota è trattato come un eroe greco e venerato dai suoi paesani del quale rappresenta la voglia di emergere qualunque sia la sua condizione di vita (suo padre era un emigrante)? Chissà? Forse entrambe le risposte! Messaggio da eleogiare o da condannare? Intanto grande esempio di cinema dove ogni ingrediente è perfetto (l'azione del montaggio, le musiche ben amalgamate, la regia, la sceneggiatura, le immagini di repertorio e quelle nuove, etc...). Nel suo genere (il mondo movie automobilistico lanciato dal giornalista Oscar Orefici pochi anni prima anche se un esperimento era già stato il corto UN APPUNTAMENTO (RENDEZ-VOUS) di Claude Lelouch che, grande appassionato di automobili del quale possiede una enorme collezione, omaggerà una scena del lavoro di Hughson & Jacopetti con il nuovo remake/sequel di RENDEZ- VOUS girato a Montecarlo nel 2020) un gioiello quasi dalle parti del capolavoro. 

 

 

 

scena

Fangio - L'uomo che domava le macchine (2020): scena

 

 

Negli anni seguenti verranno realizzati dei sequel: PER SEMPRE FANGIO (2011), dedicato al centenario della nascita, e FANGIO, L'UOMO CHE DOMAVA LE MACCHINE (2020), che conclude una sorta di trilogia dedicata al Maestro dell'automobilismo!!!

 

 

 

 

 

Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.

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