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Il mio uomo è un selvaggio

Regia di Jean-Paul Rappeneau vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il mio uomo è un selvaggio

di hupp2000
6 stelle

Martin, ex-“naso” e creatore di profumi, che ha lasciato la vita stressante di Parigi e la moglie, dirigente dell’azienda che lo ha reso famoso, per trasferirsi su un’isola deserta al largo del Venezuela, si trova a Caracas per vendere i prodotti della fattoria: frutta, verdura e animali. In albergo, incontra Nelly, giovane e bella francesina in fuga dal fidanzato italiano, al quale ha trafugato un quadro di Toulouse-Lautrec. In seguito ad eventi rocamboleschi, Nelly irrompe nella vita solitaria di Martin sulla sua isola, gli propone una percentuale sulla vendita del prezioso quadro, Martin rifiuta l’offerta, litigano, Nelly fa colare a picco l’indispensabile imbarcazione. Eccoli costretti a convivere sull’isoletta, prima detestandosi, poi finendo tra le braccia l’una dell’altro. Puntuali complicazioni di Nelly con il fidanzato respinto che si riaffaccia e rivuole il suo quadro, con la moglie di Martin che intima a quest’ultimo di rispettare i suoi contratti... Tanta azione allegra e lieto fine garantito.

Regista di pochi film, ma prolifico sceneggiatore, Jean-Paul Rappeneau realizza una commedia avventurosa, che punta ovviamente sul prestigio della coppia Deneuve-Montand e su un contesto esotico di sicuro effetto (sì, la fotografia, anche se un po’ da cartolina, è notevole). Un misantropo con una bella scontrosa: il tema richiama un’infinità di film, da “La regina d’Africa”  di John Huston a  “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto” di Lina Wertmuller, i primi due che mi vengono in mente. Ottima la prestazione di Catherine Deneuve, meno entusiasmante quella di Yves Montand, troppo sorridente, non all’altezza di un personaggio che avrebbe fatto leccare i baffi agli italiani Manfredi, Gassman, Tognazzi o Giancarlo Giannini. A parer mio, Yves Montand è stato più bravo e incisivo nei ruoli drammatici. Catherine Deneuve è invece perfetta sotto ogni registro. Qui, in un ruolo brillante, lo dimostra per l’ennesima volta, incarnando un personaggio non impegnativo, ma reso con serietà e, soprattutto, con molta energia. Corre, nuota, cade nel fango, finisce continuamente a gambe per aria. Già! E’ il primo film nel quale ho visto il seno nudo della solitamente castissima Catherine Deneuve. La vicenda si segue con divertimento e nulla più. Caricaturale e insignificante presenza di Luigi Vannucchi. In compenso, la colonna sonora di Michel Legrand si fa notare.

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