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Karzan il favoloso uomo della jungla

Regia di Demofilo Fidani vedi scheda film

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La recensione su Karzan il favoloso uomo della jungla

di mm40
3 stelle

Incuriosito dall’immagine, catturata per puro caso, di un energumeno che si lancia con una liana nel cuore dell’Africa, lord Carter raduna alcuni dei suoi uomini e si reca sul posto per avvicinare e studiare il fenomenale indigeno.

Titolo minore – (ancor) meno noto e di più difficile reperibilità – di un regista minore del calibro di Demofilo Fidani, Karzan il favoloso uomo della giungla è in realtà un film assolutamente godibile, certo privo di grandi idee alla base, ma realizzato in maniera più che decorosa e con alcuni momenti memorabili, tra avventura, scenari esotici arruffatissimi e comicità esplicita, che si rida della messa in scena (i combattimenti con gli indigeni) o con essa (il sogno di Karzan in gabbia, trash a dir poco esilarante). Probabilmente una delle migliori pellicole per Fidani, anzi, che si firma come di consueto Miles Deem per la regia e per la sceneggiatura (insieme a Mila Vitelli, sua moglie, che cura anche scenografie e costumi), ma adotta il nome all’anagrafe per i crediti di produzione. Altra particolarità bizzarra per quanto riguarda i crediti: il nerboruto protagonista Armando Bottin – già visto in parti marginali in qualche tardo peplum di gladiatori – risulta sui titoli di testa Johnny Kissmuller Jr., palese citazione del Johnny Weissmuller-Tarzan della rampante Hollywood degli anni Trenta e Quaranta; come attore non è granché dotato, ma qui non gli si richiedono grossi sforzi. Anche il resto del cast è composto da interpreti di serie B/C, a loro modo comunque efficaci nel contesto: Roger Browne (Brown sui titoli di testa!), Melù Valente, Carla Mancini, Attilio Dottesio, Simonetta Vitelli (accreditata come Simone Blondell, è la figlia del regista e della sua più stretta collaboratrice) e, a sorpresa date le circostanze, Ettore Manni. Il ritmo è apprezzabile, il finale è divertente e quantomeno contiene un chiaro messaggio: la cosiddetta civiltà non è poi così desiderabile come crediamo; certe soluzioni sfacciatamente poveristiche (gli indigeni con le mutande sotto al gonnellino, per es.) sono un plusvalore per gli amanti dello ‘scult’. 3,5/10.

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