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Le colline hanno gli occhi

Regia di Wes Craven vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le colline hanno gli occhi

di axe
7 stelle

La numerosa famiglia dei Carter, nonostante le raccomandanzioni di Fred, anziano gestore di una pompa di benzina, s'inoltra, a bordo di una vettura con roulotte al seguito, in un'area spopolata e desertica dell'ovest degli Stati Uniti. Sono in viaggio di piacere in direzione della California; ma è destino che non vi arrivino mai, poichè, a causa di un incidente, rimangono bloccati a poca distanza da brulle colline abitate da una famiglia di uomini inselvatichiti e dediti al cannibalismo, che non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di fare un lauto pasto ai danni dei Carter. Un horror di Wes Craven, caratterizzato da un ritmo sostenuto, molta azione ed una buona dose di crudezza. La storia è ambientata in un angolo d'America senza speranza; ai margini di un'area interdetta al traffico privato poichè selezionata per l'esecuzione test nucleari è presente una stazione di servizio semidistrutta, ai suoi ultimi giorni di attività, poichè il gestore Fred, abbrutito da decenni di solitudine - o di compagnia malsana - si prepara ad abbandonarla. Poco oltre, vi è il territorio nel quale si addentra la famiglia Carter, prima oggetto prima di sfruttamento, poi di abbandono da parte dell'uomo, che vi ha scavato miniere d'argento. La "carovana" dei Carter irrompe in questo ambiente come un'intrusa. Il loro atteggiamento parla di vite felici, agiate; la loro presenza nell'area è quasi un insulto per chi vi sopravvive da sempre. I loro  antagonisti sono una famiglia di ... signori nessuno. Non hanno cognomi, costoro; si indentificano con nomi di pianeti. Non sappiamo nulla della loro origine se non quanto apprendiamo dalle confuse parole di Fred. Questi "signori della desolazione" ingaggiano una dura battaglia contro i Carter. Convinti che essi siano "bocconcini delicati" giocano con loro, per poi spargere morte e dolore. Ma, inaspettatamente, i supersiti, trovano il sangue freddo per organizzare una dura reazione, rivelandosi, nella protezione di quanto rimane loro, determinati e sanguinari come e più degli aggressori. E' stata rilevata in questa contesa tra le due famiglie, una metafora della lotta di classe interna alla società statunitense. Una lettura condivisibile, soprattutto alla luce dell'epilogo. La tensione è alta sin dall'inizio. Le sequenze ambientate presso il distributore di benzina lasciano comprendere come fatti strani - e sanguinosi - si verifichino in quella zona. I Carter, poi, ci mettono del loro per procurarsi guai, che puntualmente arrivano. Nelle scene più "forti" non è tanto lo scorrere del sangue che colpisce, quanto le esplosioni di violenza. Tra i personaggi, nessuno mi ha colpito più di altri; è quasi un film corale. Rilevante la presenza, nelle sembianze di Plutone, uno dei "ragazzi" della famiglia cannibale, dell'attore Michael Berryman, il cui aspetto fisico è stato segnato da una patologia della pelle. Un buon horror, privo dell'elemento sovrannaturale. I "mostri" non sono creature fantastiche, ma esseri umani degenerati a causa di decenni di solitudine ed emarginazione e destinati alla sconfitta ed all'oblio, come qualunque altro elemento di quel lembo di quello sfortunato territorio americano, prossimo ad un bombardamento nucleare da parte di uno tra quegli aerei che solcano, indifferenti, i suoi cieli.

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