Espandi menu
cerca
CinquePerDue - Frammenti di vita amorosa

Regia di François Ozon vedi scheda film

Recensioni

L'autore

yume

yume

Iscritto dal 19 settembre 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 115
  • Post 117
  • Recensioni 599
  • Playlist 47
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su CinquePerDue - Frammenti di vita amorosa

di yume
9 stelle

Si divorzia all'inizio e ci s'innamora alla fine, Ozon gira la storia all’incontrario, può servire per capire, o anche no.

 

 

 

Tutto è bene quel che finisce bene”, dice il buon senso popolare, e allora basta ribaltare le storie, tutte, anche un matrimonio con divorzio, et voilà, si torna giovani, illusi e felici.

Rewind, girare la manovella a rovescio e la storia, iniziata davanti al giudice divorzista che stancamente elenca diritti e doveri, finisce sulla bella spiaggia di un résort senegalese, mare piatto, ultimi bagliori di tramonto, due testoline vicine escono dall’acqua.

Non le vediamo sovrapporsi, l’eleganza di Ozon vieta il banale.

Ozon adora esplorare i rapporti di coppia senza cercare cause, scoprire condizionamenti, vivisezionare radici del male o presagi di fallimenti.

Osserva, registra e mette in scena quello che Sandro Penna chiamava “il dolce rumore della vita”, un fantastico ossimoro per calarci nel deserto del reale senza troppe tragedie.

 

Marion (Valeria Bruni Tedeschi) e Gilles (Stéphan Freiss)si sono incontrati per puro caso, erano giovani quanto basta e già con vite strutturate.

Qualcosa, alchimie inspiegabili, entra in funzione, è il sacro mistero che in genere si chiama amore.

Canzoni anni ‘60, da Bobby Solo a Paolo Conte, passando per Nico Fidenco e Luigi Tenco con qualche puntatina in America (The Platters, ad esempio, con l’eternoSmoke Gets In Your Eyes) fanno da soundtrack abbastanza buffo, ascoltare Una lacrima sul viso dopo Ho Capito Che Ti Amo, Vedrai vedrai e poi Sparring Partner (“E’ un macaco senza storia, dice lei di lui” ) fa sorridere, basta con le dotte analisi di psicologia o teologia dell’amore, via Roland Barthes e il suo manuale di sopravvivenza per gli innamorati chi ci ha detto veramente come vanno le cose sono loro, gli chansonniers, possibilmente italiani e magari anni ’60.

Cerchiamo ragioni sui veri rapporti tra uomo e donna?

Inutile, Marion e Gilles divorziano da buoni marito e moglie urbani, civili, divisioni tranquille e via.

Poi vanno in albergo a scopare.

Perché? chiederete voi. Chissà, lei doveva andare a pranzo dalla madre e se n’è dimenticata.

Al momento decisivo lei ha ripensamenti, esitazioni, la donna è mobile, si sa, e così lui la mezzo stupra, al testosterone non si comanda.

Tranquilli, si va avanti e la storia torna indietro.

Era il quinto movimento, lungo gli altri quattro il rapporto vive le sue tappe canoniche, innamoramento in spiaggia al ritmo di Ho capito che ti amo, giorno del matrimonio (assolutamente in bianco e con tanti invitati, musica e balli) convivenza, nascita di un figlio già unico ancora prima di nascere, tradimenti, o meglio, abbandoniamo il termine obsoleto, nuove conoscenze.

Bisogna solo ricordare che si sta procedendo all’indietro, altrimenti ci si perde, ma le canzoni aiutano.

C’è tanta affabile ironia, tanta tristezza, poca gioia.

I due attori sono incantevoli, passare dalla mezza età alla giovinezza non è solo questione di trucco. Il film fu presentato in concorso alla 61a Mostra del Cinema di Venezia, François Ozon era già venuto al Lido nel 1999 per presentare il suo secondo lungometraggio, Les amants criminels, e si confermò uno dei migliori registi francesi in circolazione.

"Con 5 X 2, volevo tornare alla coppia con la mia esperienza oggi, ma senza dare troppe spiegazioni. Sento che è facile dire che è il quotidiano che uccide una coppia, può contribuire ma spesso è un chiodo per nascondere le vere differenze tra due persone. Le ragioni sono più profonde, ed è quello che mi ha interessato: i momenti delle riprese forti della vita di una coppia”

 

E le riprese forti non sono quelle che immaginiamo, urla, piatti rotti, porte che sbattono.

Sono piccole falle impercettibili, un filo tirato in una trama perfetta, una sbavatura di colore su una tela finita.

E’ il piccolo, quasi invisibile cagnolino che i grandi del Rinascimento infilavano in basso, nei loro meravigliosi teleri, nei cicli con le storie dei Santi e dei Nobili.

Il cagnolino raccatta le briciole, gioca con il giocattolo dimenticato dall’Infanta di Spagna, ci ricorda la nostra miseria.

Ma quando inizia una storia d’amore difficile ricordarlo, ci sentiamo infiniti.

Per questo Ozon gira la storia all’incontrario, aiuta, per un po’.

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati