Espandi menu
cerca
Nói Albinói

Regia di Dagur Kári vedi scheda film

Recensioni

L'autore

scapigliato

scapigliato

Iscritto dall'8 dicembre 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 137
  • Post 124
  • Recensioni 1361
  • Playlist 67
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Nói Albinói

di scapigliato
8 stelle

Chi non lo vede ci perde di brutto. Punto. Perde l'occasione di riflettere sulla sua vita, e sulla sua condizione di "ragazzo nel mondo". E' l'urlo spietato di un giovane. Non so se per tutti è cosi, ma anch'io mi sento Noi Albinoi. Sento in me qualcosa di più vasto del mondo in cui cammino. Sento di avere in me un universo in movimento! C'è qualcosa in me (e credo in tutti noi) che soffoca stando rinchiuso nel mio corpo. Questo è anche quello che sente Noi. I ghiacci e il freddo aiutano ad evidenziare lo stato di desolazione che impriogiona un Libero, un Ribelle autentico. Ribelle, si badi bene, nella sua accezione più vera, e non in quella commerciale che si vende oggi nelle piazzate, e che si legge nei vocabolari. Perchè Noi è un vero Ribelle (molto jungeriano anche...)! Ma nonostante al forte e immaginifico aiuto di un'ambientazione rigida, e sterile, è la storia in sè che ci rapisce, trasportandoci spazio-temoralmente là, nella fredda Islanda, a camminare al fianco di Noi. Una storia universale raccontata con il tatto giusto, senza banalizzare l'inquietudine dell'Io giovane che per molti è solo una parentesi adolescenziale, mentre per pochi altri (me e Noi compresi) è una condizione dell'essere. Una condizione fatta di voglie di fuga e grandi sogni: saranno infatti i sogni di Noi a salvarlo dalla distruzione finale. Una distruzione che non risparmierà chi ha contribuito alla sua rabbia, alla sua galera.
Ma credo fortemente che il film non avrebbe coinvolto così tanto lo spettatore se non ci fosse stato il bravisso Tomas Lemarquis dietro il volto cosmico di Noi. L'immediatezza che mi porta ad amare il mio quasi-gemello Josh Hartnett, e pochissimi altri giovani attori, è la stessa di Lemarquis. Il personaggio sembra essere uscito da uno di quei romanzi fine-ottocenteschi di formazione, con grandi animi inquieti; l'attore invece, sembra che sia stato baciato dalla grazia carismatica che distingue un istrione da Actor's Studio, da un più genuito mestierante.
Lunga vita a Tomas Lamarquis e al suo valido regista, perchè i loro lavori siano sempre così umani, e stilisticamente coinvolgenti. Tant'è che ogni volta che rivedrò questo importantissimo film, mi sembrerà proprio di sfogliare un mio personale album fotografico.
Un film così non si dimendica nemmeno con una sbronza colossale.
Tutto quel freddo, tutta quella sterilità, tutta quella neve... Sembrava di essere su un'enorme pista di sci. E a me, piace molto sciare...

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati