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Alexandra's Project

Regia di Rolf de Heer vedi scheda film

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La recensione su Alexandra's Project

di Rosebud77
6 stelle

La macchina da presa inquadra placida i vialetti di un quartiere residenziale di Sidney, sfiora i giardini, scruta le tapparelle, entra dentro le quattro mura di una apparentemente rispettabile vita familiare. Un uomo nudo riverso su un letto, una moglie, due bambini. Nello stesso giorno Steve festeggia il compleanno e riceverà una promozione. Ma al ritorno dal suo ufficio, il regalo tanto atteso sarà una casa vuota, un televisore e una videocassetta con scritto “Guardami”. Rolf de Heer punta in alto, molto: fingendo di affidare le frustrazioni e le infelicità domestiche al solito - cinematografico - meccanismo solipsisitico della “visione” a cui non ci si riesce a sottrarre (Steve vorrebbe non assistere alle umiliazioni che la moglie ha inciso con una telecamera sul nastro, ma è più forte di lui), in realtà sottilmente le maschera, costruendo quasi tutto il film come un’angosciata trappola di reclusione fatta di campi e controcampi, monologhi crudeli e ricatti morali, sgradevolezze e amenità varie (Alexandra, per vendicarsi di una vita passata in silenzio, nell’ordine prima gli sputa addosso tutti veleni tenuti dentro per anni, poi esegue un perverso strip, poi finge un tumore al seno, si trafigge un capezzolo con uno spillone e si fa possedere dal vicino, fino al colpo di scena finale).
Se le intenzioni di questo controverso regista australiano (Bad Boy Bubby, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore e The Tracker) erano di indagare i bilanciamenti di colpa nel matrimonio, il tentativo fallisce per eccessivo autocompiacimento; se invece l’idea era di affidare a due tenaci interpreti (Gary Sweet e Helen Buday) un thriller grottesco tutto giocato sul continuo rilancio della tensione, voyeristico, rarefatto e controllato, Alexandra’s Project centra l’obiettivo. In questa odiosa lotta tra sessi rimangono sullo sfondo il tema dell’annullamento del corpo come riscatto verso un femminismo negato e un opposto piglio misogino (Steve infondo non pare meritarsi tutto ciò), certo è che il maschio ne esce piuttosto malconcio. Ma beccarsi il divieto ai 18 non solo sgonfia lo scandalo, dimostra di quanti falsi moralismi dobbiamo ancora districarci.
Francesco de Belvis

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