Regia di James Foley vedi scheda film
I film di rapine e di truffe sono un piccolo genere a sé. Leggero, spensierato, spesso inamidato. Comunque divertente, per la partecipazione ironica di cast molto assortiti e sceneggiature frizzanti e congegnate al millesimo. Se poi c’è anche una regia attenta, meglio ancora. Andavano molto negli anni ‘60-‘70. Adesso sono tornati in voga, tra gli undici dell’oceano e job italiani in restyling. Ma se si vuole davvero vederne uno vitale e sorprendente, è bene recuperare lo strepitoso Nove regine, che purtroppo non si è filato nessuno. Confidence tenta di essere cool e spiritoso, veloce e sostenuto, ingarbugliato ma infine limpido: invano, perché è tutto d’accatto, a pilota automatico, di plastica. La banda di Burns (mediocre regista e mediocre attore, una specie di Ben Affleck un po’ meno quarto di bue), con tanto di agente federale alle calcagna (un Andy Garcia versione “uomo del Monte”), prepara un colpo ai danni dell’impero di Robert Forster (che quasi non si vede), per conto di un Hoffman isterico e insostenibile. Ma la simpatia degli attori è una chimera, la struttura è rigida, i colpi di scena sono di serie, la verve è opaca. I dialoghi sono chiacchiere, che non avvolgono né, figuriamoci, incidono. E rimangono, appunto, chiacchiere. Foley, che pure ha fatto belle cose (A distanza ravvicinata, The Corruptor), continua a essere una promessa rimandata.
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