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Così finisce la nostra notte

Regia di John Cromwell vedi scheda film

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La recensione su Così finisce la nostra notte

di Baliverna
8 stelle

E' un bel film su un argomento poco battuto, cioè la vita di tedeschi e austriaci senza passaporto nell'Europa a ridosso dell'annessione del '38, perché oppositori politici. In questo scenario si muovono alcuni personaggi con le loro vicende e il loro drammi, costretti a fuggire da un paese all'altro. Passano il tempo tra clandestinità, piccoli impieghi in anonimo, arresti, fughe, ricongiungimenti e separazioni. La loro chimera irraggiungibile è un passaporto che gli consenta di spostarsi e di vivere regolarmente in qualche paese. La realtà umana che soffre di più in queste condizioni è la coppia, che spesso è costretta a dividersi e quasi a non poter comunicare.
Il regista è abile nel seguire le vicissitudini dei vari personaggi, senza che nessuno prenda il posto del vero protagonista. Il racconto rappresenta sì lo scenario storico e politico, ma predilige il lato sentimentale e umano della questione. I dialoghi sono ben scritti e le psicologie definite in modo convincente. Uno dei personaggi principali è un giovanissimo Glenn Ford, che dà vita ad un personaggio che assume via via un'aria di ambiguità, la quale perdura fino alla fine del film. E' un'ambiguità sottile e un po' disturbante. Il suo atteggiamento nei confronti della fidanzata ha infatti delle ombre abbastanza consistenti, che lei sembra non cogliere appieno. E il finale è sì lieto, ma a denti stretti. Una volta lessi in un'opinione che John Cromwell è il regista dell'amore impossibile; devo dire che in effetti in qualche modo gli amori dei suoi film hanno sempre una qualche difficoltà, magari tra le più diverse, che li impedisce o li inquina.
Per il resto i molti personaggi sono ripartiti tra egoisti e profittatori da una parte, e dall'altra persone che sanno dare una mano disinteressata a chi è nel bisogno. La sceneggiatura costruisce comunque una quantità di situazioni interessanti, e la trama non conosce un attimo di sosta. Erich von Stroheim lascia il segno come al solito. Direi quindi che il film è pienamente promosso. Una nota a margine: l'edizione italiana, probabilmente degli anni '80, è ben fatta e si serve di musiche efficaci, che danno un bell'accento lirico a molte scene.

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