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Il libro della giungla 2

Regia di Steve Trenbirth vedi scheda film

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La recensione su Il libro della giungla 2

di speedy34
8 stelle

Incurante dei rischi e delle ripercussioni che una produzione seriale possa avere sull’originalità, qualità e competitività dei propri lavori (dovrebbe far riflettere il recente Premio Oscar per l’animazione andato al sorprendente “Spirited Away” a discapito dei due film disneyani candidati “Lilo & Stitch” ed “Il Pianeta del Tesoro”), la Walt Disney fa arrivare sui nostri schermi “pasquali” l’ennesimo nuovo cartone: “Il Libro della Giungla 2” diretto da Steve Trenbirth. La storia ha inizio dalla fine del primo film, con Mowgli (il caschetto nero e “soldo di cacio” più famoso del mondo di Cartoonia!) diviso fra i due mondi: quello della giungla con i suoi “vecchi” amici (l’orso Baloo, la saggia pantera Bagheera e gli alleati avvoltoi) e nemici (l’affamato boa Kaa e la tigre, eterna nemica, Shere Khan) ed il villaggio degli uomini con i suoi nuovi compagni di giochi ed avventure come il piccolo Ranjan e la bella Shanti. Diretto da Wolfang Reitherman (e tratto dal romanzo classico di Rudyard Kipling), il primo “capitolo” uscì il 18 Ottobre del 1967 (fu l’ultimo film supervisionato direttamente da Walt Disney) e divenne immediatamente uno dei più grandi successi dell’animazione. Il sequel , per fortuna, ne conserva la semplicità e leggerezza dei tratti grafici, la dolcezza dei personaggi ed il candore e linearità di snodi narratici che, non scimmiottando i prodotti animati ipercomputerizzati e violenti di questi ultimi anni, danno al cartone quel fascino antico, “bohemien” e sincero che non ci fanno rimpiangere troppo l’originale! Merito anche di una colonna sonora spumeggiante (ritroviamo il brano musicale di Terry Gylkinson, nominato all’Oscar, “Lo stretto indispensabile”) e di numeri coreografici che farebbero impallidire i ballerini di “Chicago” (il jazz quest’anno è proprio di moda!). E se dopo esserci divertiti con le avventure di Mowgli noi adulti impareremo a giocare di più mentre i bambini a comprendere il valore delle scelte e profonda ricchezza delle “diversità”, allora l’eterna lezione di Nonno Disney sarà sempre valida ed anche questo film d’animazione troverà la sua ragion d’essere nell’impegnativo compito di farci sentire tutti (grandi e piccini) un’unica razza in continua e mai solitaria crescita.

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