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Toby Dammit

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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La recensione su Toby Dammit

di Baliverna
8 stelle

Un attore alcolizzato e tossicodipendente è perseguitato dalle allucinazioni.

E' un mini-film - un mediometraggio credo si possa dire - anomalo e originale, con qualche difettuccio ma anche con pregi non indifferenti. Dicono che sia l'unico esemplare valido del film a episodi a cui appartiene, ma io non ho visto gli altri.

Tanto per cominciare, parliamo di sogni. Solo un grande come Fellini poteva creare un'atmosfera onirica così efficace e.... realistica. Di più: il film tutto pare un sogno, o forse un mezzo incubo, popolato dai personaggi strani e bizzarri dei sogni. Io azzardo poi l'idea, che la pellicola sia proprio la rappresentazione di un sogno del suo autore, allora in crisi artistica ed esistenziale.

La parte iniziale è proprio ben fatta, con l'arrivo in quello strano aeroporto irreale e confuso. C'è forse qualche stiracchiamento nella parte centrale della premiazione, ma di nuovo la parte finale (la folle corsa in automobile) è molto suggestiva. Le persone che vede lungo la strada sono manichini, indossano maschere, o si comportano in modo strano; compaiono pure personaggi fuori dal tempo e dal contesto, come i pastori che dormono vicino al gregge in una via della città.

Quanto alla bambina, che in realtà è una donna adulta vestita da fanciulla, è piuttosto inquietante, e ricorda “Operazione paura” di Mario Bava.

La pellicola è un'ulteriore conferma della capacità creativa e della grande libertà del suo autore, che gli permettevano di creare opere efficaci e imprevedibili, fuori dagli schemi delle tecniche cinematografiche. Se il soggetto fosse realizzato oggi da qualche regista standard con le tecniche digitali, forse ne uscirebbe una sciocchezzuola innocua, senza alcuna atmosfera onirica.

Infine, rilevo la somiglianza di quest'opera con uno spot pubblicitario che Fellini realizzò nel '91 per la Banca di Roma; anche lì, tutto meno che insulsa pubblicità televisiva.

 

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