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La serpe di Zanzibar

Regia di Tod Browning vedi scheda film

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La recensione su La serpe di Zanzibar

di mmciak
8 stelle

"La Serpe di Zanzibar" diretto nel 1928 da Tod Browning,
devo dire che è un gioiellino.

La storia racconta che l'illusionista Phroso viene
abbandonato dalla moglie che lo lascia per un altro uomo, Crane.

Lottando con Crane, Phroso viene colpito e resta paralizzato.

La moglie poi muore, lasciando una bambina.

Nei seguenti diciotto anni, Phroso, si trasferisce in Africa
e diventa una divinità, che lo credono uno stregone in
virtù dei suoi trucchi da illusionista,e comanda una tribù locale
che lo chiama Dead Legs (Gambe morte) dai suoi compari.

Il suo scopo nella vita è quello di vendicarsi di Crane,
un trafficante d'avorio, e lo vuole fare meglio perché
scopre in un bordello di Zanzibar la ragazza che crede
figlia del rivale, la riduce a un' alcolizzata per meglio vendicarsi.

Il Film prodotto dalla MGM rappresenta il periodo della
collaborazione con il Maestro Tod Browning e
Lon Chaney,e gli mette a disposizione un budget
di  di 259.000 dollari.e come sempre utilizza
la sua potenza interpretativa e disegna
il personaggio di Phroso,in un modo duro
e cattivissimo,che solo con lo sguardo ti faceva
capire le sue intenzioni.

Ma poi superbo a interpretare un handicappato
che non utilizza le gambe,che poi se la cava
benissimo e comanda questi indigeni a suo piacimento.

Poi bisogna dire che eravamo al periodo del muto,
e alla vigilia dell'avvento del sonoro,e allora
di doveva far capire allo spettatore che succedeva
con le didascalie e Browning riusciva benissimo
a cogliere la drammaticità con l'espressività
dei protagonisti soprattutto Chaney e Mary Nolan,
che sono due potenze della pellicola,
peccato per quest'ultima che ebbe vita
ad Hollywood e finì con un tragico destino
perché aveva un viso che spaccava,
e il regista capendolo gli faceva bei
primi piani.

Comunque ci troviamo di fronte a un "Revenge Movie"
miscelato con l'avventura e dove Phroso pianifica
per dettaglio una vendetta contro un commerciante
di avorio, perché gli ha ucciso la donna che amava,
e giura di far ricadere la colpa a sua figlia.

Anche qui Browning utilizza l'idea iniziale del circo,
infatti il protagonista è un illusionista che è bravo
con i trucchi e utilizza quello soprattutto che sparisce
la donna e la trasforma in scheletro.

Il regista è bravo a coinvolgerci nella vicenda dove
lui,diventato una divinità per i trucchi di illusionista,
riesce a convincere gli indigeni e pronto per la sua
vendetta,che prima ruba l'avorio al tipo che deve
vendicare per poi riversarla verso sua figlia e
solo il suo compare Doc ha pietà per lei,
perché poi si innamora di lei,interpretato da
Warner Baxter.

Ma poi bisogna dire che quando la vendetta
si sta compiendo il regista è bravo a spiazzarti,
e a capire le mosse dei protagonisti.

Nel Cast figurano anche:
Lionel Barrymore-Jacqueline Gadsden-
Roscoe Ward-Kalla Pasha e Curtis Nero.

Da segnalare la Fotografia in un bianco e
nero pastoso di Percy Hilburn, le musiche
di William Axt, le scenografie di Cedric Gibbons
e Richard Day e i costumi di David Cox,
che rendono una buona messa in scena.

In conclusione un buon Film,
dove Browning miscela i generi
e gioca prima con la vendetta,
per poi con i rimorsi in un modo
sublime che coinvolge benissimo,
dove utilizza la potenza espressiva dei due
protagonisti creando uno scontro di cattiveria
e adorazione intrigando lo spettatore,
per un finale spiazzante di due destini
contrapposti per una vendetta pianificata.

Il mio voto: 7.

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