Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film
Venezia è un utero ricolmo di alghe; l'acqua una placenta, e sul fondo un pullulare di mosche. Roeg lavora di montaggio per restituirci la tessitura dell'incubo, la sensorialità cupa e attonita della precognizione; nel suo linguaggio analogico ogni gesto ne determina un altro, necessario; la narrazione diviene scaturigine di cospirazioni e nessi fatali. Dilacerato, e poi invischiato in un affastellarsi di forme e smarrimenti, il film restituisce il suo senso nella rifrazione finale agghiacciante, uno specchio dal ghigno orrendo. Cult.
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