Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Gradevole esemplare del cosiddetto neorealismo rosa, dalle parti di “Poveri ma Belli” e “Le ragazze di piazza di Spagna”. E' un simpatico collage di spezzoni di vita quotidiana della gioventù di un rione popolare di Roma, con tutti gli amoretti, le tresche, gli intrallazzi, e i furtarelli del caso. I personaggi sono coloriti e gustosi, e si riscontrano vari esempi di sottile umorismo (spesso a fine scena), di quello che strappa una mezza risata assieme a un mezzo sorriso. Bolognini dirige dignitosamente e gli sceneggiatori hanno la loro parte nella riuscita dell'operazione. Tra questi compare anche Pasquale Festa Campanile, che avrebbe poi diretto un'interminabile serie di film mediocri e volgarotti, negli infausti anni '70. Qui, invece, è garbato e intelligente. Lo stesso Bolognini si sarebbe poi rovinato con velleità politiche, e la rabbia e presunzione che spesso le accompagnano. In ogni caso, gli anni '50 furono una stagione molto felice per il nostro cinema.
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