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And Now... Ladies & Gentlemen

Regia di Claude Lelouch vedi scheda film

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La recensione su And Now... Ladies & Gentlemen

di FilmTv Rivista
8 stelle

un uomo e una donna, ancora e sempre. suggestionato dalla naturale follia della vita, claude lelouch prosegue, imperterrito, il suo percorso di cantore sentimentale. Curioso di rivoluzioni private, questa volta si lascia condizionare dall’ennesimo incredibile fatto realmente accaduto (un uomo gli riconsegnò 50 mila franchi a lui rubati anni prima, dopo essersi sentito dire: «Hai un tumore al cervello») e dal ricordo di una pianista di piano-bar sorpresa in Zimbabwe durante le riprese di Itinéraire d’un enfant gâté (in Italia Una vita non basta). Et voilà. Nella finzione, il pentito diviene Valentin Valentin, ibrido di Arsenio Lupin e del Cary Grant di Caccia al ladro; mentre lei assume le sembianze di Patricia Kaas, cantante strafamosa in patria, qui al suo debutto d’attrice (ma Stanley Donen l’aveva scelta per impersonare Marlene Dietrich in un film mai realizzato…). Da Parigi al Marocco, via mare e via esistenzialismi risucchiati nel vortice della malattia fisica e psicosomatica, i due personaggi si sfiorano e si toccano, si guardano e si studiano, ma non si amano. Dopo innumerevoli scorribande nel cuore, Lelouch si perde nell’introspezione, nei paesaggi, nei (sopral)luoghi, rimanendo spettatore privilegiato dietro il suo amatissimo obiettivo (è uno dei pochi che ancora si ostina a rimanere inchiodato alla macchina da presa). La messa in scena risulta, dunque, una volta di più avvolgente e originale, sorretta da un direttore di fotografia sui generis (un altro regista amante dei larghi spazi e delle vedute panoramiche, Pierre-William Glenn), da un bilinguismo che accentua lo smarrimento, da note intonate (Que reste-t-il de nos amours, La mer…) e da attori e performance strani e straniate. Non diremmo, infatti, che Jeremy Irons e l’inedita Patricia Kaas brillino di luce propria. Così come si evincono chiaramente i cammei vacanzieri di Claudia Cardinale, Yvan Attal, Thierry Lhermitte e Amidou. Eppure, sotto l’elegante egida dell’appassionata cinepresa, il favoloso mondo di Lelouch riesplode in tutto il suo magniloquente splendore. Come si sente dire nel film, «le bugie sono sogni colti sul fatto». Continua…

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 38 del 2003

Autore: Aldo Fittante

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