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La regina degli scacchi

Regia di Claudia Florio vedi scheda film

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La recensione su La regina degli scacchi

di speedy34
4 stelle

Girato nel 1999, “La regina degli scacchi” di Claudia Florio esce dopo tre anni nelle sale cogliendo un diffuso malessere ed inquietudine generale che le cronache giornalistiche prontamente denunciano dando paradossalmente vita al quel vortice pericolosissimo che nell’emulazione trova il suo più naturale ed inspiegabile sviluppo.
Dal delitto di Cogne ai recenti (e ripetuti!) casi di bambini uccisi dai propri genitori venendo rinchiusi dentro una lavatrice si assiste ad una sorta di follia collettiva cui di certo Claudia Florio, quando più di tre anni fa scrisse la sceneggiatura, non prevedeva di dar voce.
Ed infatti “La regina degli scacchi”, lungi da qualsiasi tentativo di analisi sociologica ed affini, racconta una storia d’infanzia infelice evitando qualsiasi coloritura spettacolare e morbosità da cronaca giornalistica.
Maria Adele Pieralisi (Barbara Boulova), 17 anni, vive ad Ancona con il padre e gioca a scacchi con grande abilità. Mentre rovista nel baule di sua madre, morta sei mesi prima, per cercare una sua foto da piccola da dare al giovane giornalista Emilio (Ettore Bassi) che vuole intervistarla, Maria Adele trova una lettera indirizzata a sua madre nella quale il padre si dice disposto ad adottare un figlio. É l’inizio di una nuova “partita” per la giovane ragazza che scoprirà i “pezzi” misteriosi della sua vita così affrontando la sua sfida più rischiosa e pericolosa.
Ed allora Emilio non è in realtà un cronista sportivo ma un giornalista che sta conducendo un’inchiesta sulla pedofilia, il maestro di scacchi di Maria Adele, Sterlizia (Toni Bertorelli), si scopre essere coinvolto in questa indagine mentre la madre naturale della ragazza, Ortensia (Valeria D’Obici), finita in prigione per avere ucciso suo padre naturale perché sembrerebbe essere stato sorpreso mentre la molestava da piccola, nasconde nella realtà più di un segreto. Ma Maria Adele saprà muoversi con abilità sulla scacchiera e riconquistare la sua mai perduta innocenza e ritornare a vivere con nuova serenità.
Ispirato a fatti reali, Claudia Florio racconta la sua “partita” con l’apporto di un cast tecnico di prestigio (scenografie e musiche dei Premi Oscar Bruno Cesari e Luis Bacalov, fotografia di Luciano Tovoli, costumi di Lia Francesca Morandini) che producono però come risultato finale un film incerto, incolore e mai all’altezza delle promettenti premesse. E non basta aver letto tutti i libri e racconti dedicati al gioco degli scacchi, come affermato dalla stessa regista in una conferenza stampa animata dalle polemiche sulle difficoltà ed anomalie del mercato distributivo italiano, per riuscire a raccontare la tensione, il mistero, la forza e l’intensa atmosfera di una partita di scacchi. Né un montaggio felice (Alessio Mazzoni) può essere d’aiuto a “rivitalizzare” il ritmo di una storia che procede stancamente.
E se tutti gli attori si muovono su questa “scacchiera” con professionale disinvoltura (ma l’inesperienza di Ettore Bassi, all’epoca al suo debutto cinematografico, si coglie in modo imbarazzante) è Valeria D’Obici (perché si vede così poco al cinema?) a regalarci un ritratto di donna/madre, di “Regina” dei misteriosi eventi della vita, di intensa forza e naturalezza.


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