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Hachiko

Regia di Ang Xu vedi scheda film

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La recensione su Hachiko

di alan smithee
5 stelle

locandina

Hachiko (2023): locandina

FAR EAST FESTIVAL 25 - CONCORSO

Al Far East Festival 25 è il momento di Hachiko, e anche quello di tenere a portata di mano i fazzoletti.

Il film di Xu Ang è il remake cinese del celebre originale giapponese del 1987, tratto da un incredibile episodio di vita realmente accaduto, a cui è seguito successivamente un remake americano con Richard Gere.

In questa super produzione cinese, diretta con tatto e con ogni ingrediente amalgamato alla perfezione per appassionare e commuovere, spiccano tra gli interpreti, star del calibro di Joan Chen e del gran regista Feng Xiaogang, nel ruolo dello sfortunato e tanto compianto padrone di Hachiko.

Attorno a queste due star una serie di cani stupendi di razza akita, impiegati per impersonare il vero protagonista dell’ incredibile vicenda, che nel film in realtà non si chiama Hachiko, bensì Batong.

Un professore universitario in trasferta verso la sua nuova cattedra, si imbatte in un cucciolo che per miracolo non viene investito dal bus in cui l’uomo stava viaggiando.

Impietosito dal bell’esemplare, l’uomo decide di tenerlo e si affeziona a tal punto da non riuscire più a rinunciarvi.

L’intesa tra i due è tale che il cane lo accompagna quotidianamente fino alla funicolare che porta il padrone verso la scuola in cui insegna e ove il padrone lo incarica di portare a casa il giornale per consegnarlo alla consorte.

Hachiko

Quando l’uomo improvvisamente viene colto da infarto proprio durante il percorso sulla funivia, (dopo aver salutato come ogni mattina il cane ed avergli messo in bocca il quotidiano da recapitare diligentemente a casa) e muore, per il cane inizia un calvario destinato a durare ben nove anni.

L’animale infatti non si rassegna alla scomparsa del padrone, e, nonostante la famiglia dell’uomo cambi casa, continua ad aspettarlo nel luogo ove i due erano soliti incontrarsi Questo fino al momento in cui la vedova scoprirà che tra i ruderi della vecchia casa sorge una montagna di quotidiani che un edicolante, intenerito dal cane, era solito donargli per far compiere all’animale quel rito propiziatorio di un ritorno che, purtroppo per lui, non finì mai per avverarsi.

La storia del fedele Batong è, prima di tutto, un inno alla fedeltà più incondizionata e convinta.

Remake del film che raccontava la vera storia del sensibile cane giapponese devotamente legato al padrone al punto da non riuscire più a vivere se non del ricordo del momento più atteso della giornata, ovvero il ritorno dell’uomo dal lavoro, Hachiko si rivela un film inevitabilmente emozionante e strappalacrime.

Ma, cosa decisamente meno prevedibile, è anche un prodotto che narra genuinamente e senza eccessive smancerie una storia incredibile realmente occorsa. Lo fa attraverso una dignità ed una lucidità che cercano in tutti i modi di tenere lontana troppa sdolcinatezza, privilegiando il manifestarsi del sentimento più reale e genuino.

locandina

Hachiko (2023): locandina

Quello della commozione, inevitabile e verificata nella sala strapiena del Testro Nuovo di Udine, ove il pubblico ha gradito rivivere questa struggente storia d’amore e di attaccamento oltre ogni barriera, facendo ricorso inevitabilmente a fazzoletti e nascondendo, ma nemmeno troppo, luccicori di pupille manifesti e spontanei.

Xu Ang dirige il cast di livello e ricco dei nomi celebri già menzionati e gli animali utilizzati per impersonare Batong nelle varie fasi della sua travagliata esistenza, con una professionalità ed un mestiere ineccepibili.

Forse la musica ostenta un po’ troppa enfasi e corde e violini risultano il veicolo più strategicamente utile per portare lo spettatore ad una commozione che risulta contagiosa anche per i sassi.

 

 

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