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Ancora un'estate

Regia di Catherine Breillat vedi scheda film

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La recensione su Ancora un'estate

di alan smithee
7 stelle

Léa Drucker, Samuel Kircher

L'été dernier (2023): Léa Drucker, Samuel Kircher

FESTIVAL DI CANNES 76 - CONCORSO

Al Festival di Cannes 76, nella sezione principale del Concorso, L’été dernier ritrova in regia la “scandalosa” Catherine Breillat, a dieci anni dalla sua precedente fatica, ovvero da Abus de faiblesse (2013) con Isabelle Huppert, e a ben vent’anni da quel Pornocrazia con Rocco Siffredi e Amira Casar, impegnati in performances audaci che tanto fecero parlare e discutere.

Al centro della vicenda, una torbida relazione clandestina che induce una donna sposata a intraprendere incontri furtivi col bel figliastro adolescente durante le frequenti assenze per lavoro del capo famiglia.

Una situazione esplosiva destinata a degenerare in un vortice di lussuria, tra colpi di scena e ritorsioni sempre più difficili da gestire.

Nel cast primeggiano una splendida Léa Drucker, l’istrionico Olivier Rabourdin, e ancora Clotilde Courau e il seducente giovane interprete Samuel Kircher, nel ruolo chiave di Theo, una sorta di nuovo Tdazio di Thomas Mann, specializzato a far impazzire di desiderio la matrigne insoddisfatta.

Léa Drucker, Samuel Kircher, Olivier Rabourdin

L'été dernier (2023): Léa Drucker, Samuel Kircher, Olivier Rabourdin

La vita dell’avvocatessa tenace e rispettata Anne, realizzata a seguito dell’adozione di due belle sorelline. viene scossa nel periodo delle vacanze quando, nella residenza familiare al lago, arriva il figlio diciassettenne di primo letto del marito.

Un ragazzo riservato, scontroso; certamente molto bello e affascinante.

Dopo uno sconcertante episodio di rapina in villa, che si scoprirà aver avuto inquietanti connotati, la presenza ravvicinata dell’adolescente e dell’ancor bella matrigna, fa sì che tra i due scatti una poco prudente scintilla erotica, che li spinge a consumare un primo rapporto sessuale clandestino, a cui ne seguiranno molti altri.

Nonostante la donna, tutt’altro che ingenua, comprenda che quella malsana situazione deve finire, l’attrazione spinge i due ad incontrarsi ripetutamente, fino a quando il ragazzo, portato dal padre ad una gita in montagna, gli confessa tutto.

Una verità  così sconvolgente, difficile da credere e impossibile da accettare,  sbriciola una solidità familiare che pareva cementata verso barriere a prova di ogni tempesta.

Ma a quel punto bisognerà credere al figlio, balordo e autore di azioni tutt’altro che cristalline, o a una manager che si difende strenuamente, proclamandosi innocente e  avvalendosi di tutta l’ esperienza lavorativa assai attinente alla situazione?

Léa Drucker, Samuel Kircher

L'été dernier (2023): Léa Drucker, Samuel Kircher

Catherine Breillat è sempre sinonimo di scaldalo e di derive sessuali dagli effetti devastanti.

Al suo atteso ritorno in regia, la celebre cineasta aquitana riadatta, con la collaborazione dello sceneggiatore e regista Pascal Bonitzer, la sceneggiatura originale del film drammatico norvegese Queen of Heats del regista danese-egiziano May-el-Thouky, e si addentra, con la solita morbosità che ne costituisce il tratto distintivo, nei meandri di un rapporto familiare reso stabile fino a poco prima solamente dalle distanze.

La narrazione è condotta nel rispetto di una suspense crescente, marcando il passo a incontri e complicità che lasciano presagire almeno parte dello scandalo, nell’ambito di una serenità che pareva assicurata e inossidabile.

Ma il merito del film, oltre alla mano esperta della regista che sa tradurre l’erotismo dei corpi in potenti manifestazioni di desiderio dai tratti incontrollati, sta anche nel cast azzeccato che la Breillat ha saputo comporre  nell’intreccio perverso, sadico e  autolesionico.

Léa Drucker

L'été dernier (2023): Léa Drucker

Léa Drucker, già tradizionalmente una interprete che non passa inosservata, dà vita e sfaccettature a un personaggio di donna vissuta e in carriera che tuttavia finisce vittima di un sentimento a cui pareva aver saputo ormai rinunciare, anche grazie a una maternità raggiunta tramite l’adozione delle belle bimbe.

Le fa da ideale e adeguato contraltare il giovane seducente Samuel Kircher, sulla cui fisicità armoniosa tipica dell’adolescenza nella sua massima espressione la Breillat posa il suo sguardo malizioso e mai casuale, rendendo più comprensibile la posizione della tenace avvocatessa, avvinta dall’impeto di una passione difficile da tenere a bada.

 

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