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Assassinio a Venezia

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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La recensione su Assassinio a Venezia

di ANdaMI
6 stelle

L'Hercule Poirot di Kenneth Branagh torna per la terza volta sul grande schermo in un thriller dalle tinte horror.

 

locandina

Assassinio a Venezia (2023): locandina

 

Dopo "Assassinio sull'Orient Express" del 2017 e "Assassinio sul Nilo" del 2022, la morte torna a colpire e lo fa nella Venezia del 1947. Qui il celebre detective, nato dalla fantasia di Agatha Christie ormai oltre un secolo fa, sta trascorrendo una neanche troppo serena pensione quando riceve la visita di una vecchia amica che lo invita a partecipare a una seduta spiritica, condotta da una famosa medium, nella notte di Ognissanti. Ospitati nella casa della Signora Drake, gli invitati cercheranno di mettersi in contatto con la defunta figlia di questa. Tuttavia, durante la notte avviene un omicidio e spetterà ancora una volta a Poirot, che rifiuta di credere ai fantasmi, scovare il colpevole. La trama del film è tratta da un racconto della Christie intitolato "Hallowe'en Party" ("Poirot e la strage degli innocenti" in italiano) e rimaneggiata dallo sceneggiatore Michael Green. Alla regia si trova, ovviamente, Kenneth Branagh mentre tra i produttori figura addirittura Ridley Scott. Il cast, di tutto rispetto, è composto (oltre che da Branagh stesso) da Michelle Yeoh, Tina Fey, Jamie Dornan, Kelly Reilly, Riccardo Scamarcio, Kyle Allen e altri.

Se "Assassinio sull'Orient Express" poteva considerarsi un thriller puro mentre "Assassinio sul Nilo" intrecciava elementi del giallo con il dramma introspettivo, Assassinio a Venezia punta ad un' ulteriore innovazione, unendo l'investigazione all'orrore. Per praticamente tutto il film si odono strani rumori e inquietanti nenie, sbattono porte, cadono oggetti, si intravedono sagome nell'oscurità e chi più ne ha più ne metta.

 

scena

Assassinio a Venezia (2023): scena

 

Questa idea di un Poirot che si ritrova alle prese, per la prima volta in vita sua, con qualcosa di inspiegabile che lo costringe a dubitare delle sue stesse convinzioni, sulla vita e sulla morte, è molto interessante ed è sicuramente da apprezzare la volontà di Branagh di sperimentare, come è da apprezzare la sua performance attoriale quando si cala nei panni di Hercule. Peccato solo per un modus operandi, a livello di messa in scena, troppo spesso ripetitivo nelle situazioni soprannaturali.

Ciò che invece non è variato, rispetto ai precedenti lavori del 2017 e del 2022, è lo schema del film: Poirot conduce la sua vita, si ritrova invischiato in un delitto, interroga i sospettati per tutto il corso della pellicola, formula le sue consclusioni davanti a tutti portando ad eclatanti colpi di scena. Insomma, ciò che abbiamo avuto modo di vedere nei film passati è qui riproposto ma con l'aggiunta di qualche jumpscare. Di conseguenza, chi ha apprezzato le vicende dell'Orient Express e del Nilo non potrà non farsi coinvolgere in positivo dalla nuova (dis)avventura veneziana, mentre chi mal sopporta il Poirot di Branagh è bene che se ne tenga alla larga per la terza volta.

Nel caso si decida di tentare la via della visione, il film va ritenuto un buon prodotto, tanto a livello di recitazione quanto di fotogtafia e regia. I personaggi, escluso il carismatico protagonista, sono sì poco profondi ma le storie che fluiscono dai loro racconti tengono comunque alto l'interesse per lo spettatore che gioca ad anticipare il detective. Molto curato a livello sonoro, Assassinio a Venezia sfrutta convenzioni e stilemi del cinema horror contemporaneo, con relative perdite e guadagni. Difficile del resto aspettarsi altro da un regista che non si era mai addentrato in questo campo.

Le premesse per un futuro film di quella che ormai sta diventando una saga ci sono poi tutte. Non resta altro che rimettersi all'entusiasmo di Branagh, che con il personaggio di Poirot sta sviluppando una valida simbiosi. Film come questo sono tutto sommato piacevoli, scorrono bene e intrattengono per quelle due ore che durano. D'altra parte, un discreto svago non si dovrebbe mai negare a nessuno.

 

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