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Guy Ritchie's The Covenant

Regia di Guy Ritchie vedi scheda film

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La recensione su Guy Ritchie's The Covenant

di alan smithee
5 stelle

locandina

Guy Ritchie's The Covenant (2023): locandina

PRIME VIDEO
Dal 25 luglio su Prime Video sarà disponibile Guy Ritchie's The Covenant, ovvero l'ultima fatica cinematografica del prolifico regista britannico Guy Ritchie, un tempo noto anche come il consorte della cantante Madonna, ed in questo ultimo periodo coinvolto in un progetto dietro l'altro, quasi sempre restando ancorato al filone action-thriller che da sempre contraddistingue gran parte della sua carriera artistica.
Il titolo che personifica in modo evidente il nome del realizzatore, probabilmente è una strategia che intende evitare omonimie con quel The Covenant che fu una delle prime incursioni nell'horror del noto regista action di origine scandinava Renny Harlin, datato 2006.
Durante le concitate fasi che hanno scandito la Guerra del Golfo, il sergente John Kinley accetta tra i suoi ranghi il soldato Ahmed in qualità di interprete per utilizzarlo nei confronti con i cittadini locali durante la loro missione sul territorio. 
Ahmed è un tipo scontroso e taciturno, dai modi un po' ostili, ma tecnicamente preparato e tatticamente assai addestrato.
Il suo collaborare con le forze Usa, mascherato sotto motivazioni di carattere economico, nasconde una vendetta che l'uomo ha in mente nei confronti dei talebani, responsabili della morte di suo figlio.

Jake Gyllenhaal, Dar Salim

Guy Ritchie's The Covenant (2023): Jake Gyllenhaal, Dar Salim

Nel momento cruciale in cui il plotone dei soldati affronta i talebani nel deserto, la guarnigione Usa viene colta di sorpresa il sergente Kinley viene ferito da due proiettili. 
Prima che possa essere catturato e tenuto in ostaggio, il tenace Ahmed salva Kinley trascinandolo, prima con un rudimentale trasportino di sua costruzione, poi con un carro barattato con una vettura, attraverso le montagne del deserto per evitare i talebani. 
Kinley pertanto riesce a salvarsi, e a far ritorno dalla sua famiglia negli Stati Uniti.
In loco l'ex sergente scopre che su Ahmed i talebani hanno posto una taglia molto alta, e che lo inseguono mentre si nasconde, probabilmente in qualche luogo in Afghanistan, cercando di mettere in salvo quel che resta della sua famiglia. 
Quando la burocrazia che affligge anche le organizzazioni militari e sanitarie statunitensi si rifiutano di rispondere, esasperato ed impotente, lo stesso Kinley decide di far ritorno a sue spese in Afghanistan per salvare quell'amico che, contro ogni presumibile previsione, ha rischiato la propria vita per quel suo superiore che, fino a poco prima, era un perfetto sconosciuto.
Tecnicamente assai a suo agio con le scene d'azione e di guerra, Guy Ritchie dirige un film tutto fragori e tensione che non si esime dal crogiolarsi tra autoreferenzialità e ricatti patriottico-moralistici senza freni.
Ma le interpretazioni dei due protagonisti, ovvero della star Jake Gyllenhaal nei panni del cauto ma poi riconoscente e tenace sergente Kinley, e di Dar Salim, attore danese noto per la sua partecipazione al noto serial HBO, Il Trono di Spade, in quelli del ruvido traduttore (anzi interprete, come precisa lui stesso un po' stizzito al suo nuovo capo), appaiono come i veri punti di forza del film, assieme alla mano collaudata e di gran mestiere del sopra menzionato Ritchie.
Il film ha l'ardire di mettere a confronto due tipi di guerra: quella fisica che si combatte sempre per gli scopi più biechi, dinanzi ad un'area tra le più calde e sensibili del pianeta.
L'altra, diametralmente opposta per caratteristiche, ma non meno dura, è la guerra che il nostro sergente deve combattere contro la burocrazia che governa e dirige le istituzioni, rendendole come muri di gomma impermeabili alla necessità di mettere in salvo vite umane concretamente minacciate da un pericolo costante e diffuso.
Tutto il resto è puro didascalismo nella più classica retorica americana, non esente sa situazioni fastidiose e tediose che inevitabilmente affliggono non poco la totale riuscita di un'opera interessante e in grado di tener ben desta l'attenzione dello spettatore.
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