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Don Camillo e i giovani d'oggi

Regia di Mario Camerini vedi scheda film

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La recensione su Don Camillo e i giovani d'oggi

di mm40
2 stelle

In origine voleva essere il sesto film della serie cominciata nel lontan(issim)o 1952 per la regia del francese Duvivier; purtroppo però un altro direttore francese, Christian-Jaque, dovette abbandonare la lavorazione durante l'estate del '70 a causa della cattiva salute di Fernandel. Alla morte di quest'ultimo (febbraio 1971) il materiale già girato da Christian-Jaque (con l'immancabile Cervi come antagonista di Fernandel) scomparve e Luigi Rovere (Rizzoli film) incaricò Camerini di ricominciare il film daccapo. Vengono reperiti due nuovi protagonisti di sicuro effetto: Moschin e Stander. I due sono una coppia affiatata che davvero poco ha da invidiare ai predecessori: e forse questo è l'unico pregio della pellicola. Perchè l'atmosfera dei primi episodi della saga è ormai scomparsa da lungo tempo (già il quinto film, Il compagno don Camillo, del 1965, pareva distante anni luce dal capostipite della serie) e perchè, nonostante i due ottimi protagonisti e la regia dell'esperto Camerini, nonostante la selva di ottime firme in sceneggiatura (chiaramente, da un soggetto di Guareschi: Benvenuti e De Bernardi, Lucio De Caro, Mario Camerini, Adriano Baracco), questo Don Camillo e i giovani d'oggi non ha quello spunto di sincera osservazione sociale acritica che muoveva i precedenti lavori e che ne aveva costituito, in sostanza, l'importanza. Qui ci sono alcune macchiette postsessantottine (il capellone, i motociclisti, la ragazza disinibita) che funzionano come caricature, come ironici buffetti, ma certo non come accorte note di costume. Nel cast anche Carol Andrè, Paolo Giusti, Dolores Palumbo. 3/10.

Sulla trama

Primi '70 in un paesino emiliano. Ormai appartenenti ad una generazione sorpassata, il sindaco Peppone ed il parroco don Camillo si trovano a dover combattere con giovani capelloni e ragazze disinibite. Tanti bisticci e il lieto fine.

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