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Dune: Parte due

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Dune: Parte due

di VinceBond
7 stelle

Lasciando perdere ogni inutile confronto col film di Lynch del 1984, peraltro uno dei meno convincenti del grande regista, mi soffermerei sulla decisione di Villeneuve di riportare in auge il romanzo (evidentemente notevole, ma non l'ho ancora letto) di Herbert, una scelta non banale come alcuni sostengono, ma direi piuttosto tempista. Beninteso, il film attualmente nelle sale è la seconda parte di un progetto iniziato 3 anni fa, basato poi come dicevamo su un libro degli anni 60, e quindi ogni riferimento specifico a recenti fatti di attualità è da escludere. La scelta è comunque tempista perché certe lezioni sembrano dure da imparare e soprattutto da ricordare, e quindi affrontare determinati temi può essere un utile promemoria. Ci riferiamo al solito discorso di come la sete di potere, politico ed economico, sia alla base di ogni male, ma anche di come la religione si presti spesso (per non dire sempre) a fare da alibi alle guerre invece che impedirle come sarebbe suo dovere. Il colonialismo forse non è mai finito, e a farne le spese non sono solo i popoli ma anche l'ambiente naturale, sfruttato con avidità e senza rispetto. Tutto già visto e sentito, è vero, ma anche la pasta e la pizza ce le mangiamo tutte le settimane senza che per questo debbano venirci a noia, a patto di cucinarle per bene. Ora, il film di Villeneuve è un piatto ben cucinato, con tutti gli ingredienti ben dosati, e che si lascia gustare soprattutto per il sapore equilibrato. Chiaramente, chi ama i sapori particolarmente intensi si soffermerà su alcuni difetti come qualche calo di ritmo e la lunghezza esagerata (condivido), o qualche interprete un po' svogliato (Bardem, Ferguson o Walken?). Personalmente mi sono lasciato ammaliare, come già nel primo capitolo, dallo scenario desertico e dalla musica di Zimmer, magari non eccelsa ma funzionale. Se devo ravvisare un difetto specifico parlerei del finale tagliato con l'accetta, che si può perdonare solo a patto che il regista mantenga la promessa di un terzo capitolo all' altezza. Staremo a vedere.

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