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Dune: Parte due

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Dune: Parte due

di ilpadreditutti
4 stelle

Nomen omen Dune

Come ci si rapporta con l' ennesima opera mostre dell' immaginario filmico dall' anno 2020 in poi ?

In primis contestualizzando il film:

Tratto dai romanzi di Frank Herbert di metà anni 60 del 900.

Romanzi che hanno generato tanti figli culturali di massa, ma senza incidere nell' immaginario collettivo come il suo " derivativo" Star Wars saga, che invece, ha di certo fondato, nelle sorti dell' umanità un mondo a sé stante. 

Dai romanzi, ad esempio, è rimasto folgorato il visionario regista/attore/scrittore  A. Jodorowski, che per anni ha inseguito l' ossessione di realizzare un film, come spiega il docufilm  del 2013, "Jodorowsi' s Dune" di Frank Pavich.

Anche un altro visionario ci aveva provato, David Lynch con il suo orro(rifico)+(ibile) "Dune" del 1984, ma stravolto (così si dice) dal produttore De Laurentis.

Nel 2000 nasce una miniserie divisa in 3 parti prodotta per la cable tv USA , sci-fi channel, durata 273' "Frank Herbert's Dune" di Joe Harrison con il ns G. Giannini nel ruolo di Shaddam IV.

Con addirittura un seguito, sempre in 3 parti nel 2003 "I Figli di Dune", di Greg Yaitanes  ( tratto dai romanzi " Messia di Dune" e "I Figli di Dune").

Poi arriva il dittico (per ora) di D. Villeneuve,  con una narrazione non epica che narra un epica, dove l' essenzialità e la trasposizione asettica dei mondi, acquisisce rilevanza in una visione (non visionaria), che non lascia spazio all' incredulità,  alla meraviglia,  anche con accartocciamenti di scrittura (l' amica di Chani arsa viva, oppure, l' inconsistenza strategica dell' imperatore,  i giochini di potere femminili come bigino inutile nell' esistenza stessa del film).

Si erge, nell' unica emozione sincera, la Chani, che non s' inchina alla ragione di stato e solitaria "Shane" al femminile, si allontana al tramonto a cavallo del suo verme.

Si cerca un futuro immaginario ma la cifra di Villeneuve è già satura, già dall' "Arrival" , prima ancora di questo Dune!

Storia gia' trascritta e conosciuta, non ci sono prerogative attribuibili ad un sentito cinematografico classico (come "Avatar"), solo in maniera formale ma non di sostanza.

I combattimenti sono sterili, gli eroi accettano il destino, anche se non gradito, e l' integralismo vendicativo si attua semplicemente  senza guizzi e SENZA EMOZIONI. 

" ....eppure anche questo contribuisce al paradosso di un' epica antiepica: il trionfo di un eroe-di un potere- che ci invade di profonda inquietudine..."  A. Cucchetti (Film Tv).

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