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Gli innocenti pagano

Regia di Luigi Capuano vedi scheda film

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La recensione su Gli innocenti pagano

di mm40
2 stelle

Alla fine della guerra un uomo torna a casa e non trova più nessuno: la figlia è morta, la moglie fuggita. Trova poi conforto in un’altra donna, che però è l’amante di un uomo ricco e potente che da lei ha anche avuto una bambina.

Melodrammone disperato già dal titolo, Gli innocenti pagano è una pellicola di modesta fattura a opera di un mestierante specializzato nel genere, Luigi Capuano. Quest’ultimo firma anche il soggetto e la sceneggiatura (questa insieme a Giovanni Lanzi e Fulvio Palmieri), un concentrato di emozioni forti, ma semplici con un evidente indirizzo moralista. Siamo d’altronde nel 1951, la seconda guerra mondiale non è finita da molto e la scure della censura ha ancora il suo potere: per quanto striminzito nella forma e nei contenuti, questo tipo di film è lo specchio dei suoi tempi, quelli di un cinema ‘popolare’ nel senso più ampio del termine, con poche pretese artistiche e una chiara propensione all’intrattenimento senza eccessivi fronzoli. Il cast è interamente composto da seconde e terze linee dell’epoca: comunque tutti interpreti rodati e in parte; fra essi: Carlo Romano, Mino Doro, Mariella Lotti, Otello Toso, Ignazio Balsamo, la piccola Paola Quattrini e la ceca Lyda Baarova, di lì a poco scelta da Fellini per un ruolo ne I vitelloni (1953). Visione poco impegnativa e altrettanto redditizia; Capuano proseguirà ancora per qualche anno a sfornare operine di questo stampo, per poi sconfinare nel filone cappa & spada. 2,5/10.

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