Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
Una giovane prof prende servizio in una scuola superiore. Tutto sembra tranquillo nell'ambiente, tranne un particolare inquietante: la scomparsa inspiegabile della precedente insegnante. La cosa sembrerebbe collegata al misterioso "gioko" di cui un'alunna parla in un compito in classe.
Tensione, mistero, ritmo, brivido: tutta roba che Lamberto Bava non ha messo in valigia - o, meglio: si è dimenticato di farlo, perchè sarebbe servita - prima di partire per la regia di questo Il gioko. La pellicola fa parte di un poker di titoli realizzati in serie per la televisione, sponda Fininvest/Mediaset; non solo non vennero messi in onda nell'immediato, ma occorsero ben dieci anni prima che qualcuno si decidesse a trasmetterli. Secondo Wikipedia ciò è dovuto all'alto tasso di sanguinolento messo in scena; a voler essere un po' maligni, però, non è difficile pensare che il prodotto non fosse andato incontro alle originarie aspettative dell'emittente/produttore. Anche perchè di tanto macabro e violento, nel film, non c'è traccia: Bava fa il suo compitino, il lavoro non è neppure dei peggiori, ma la storia, la recitazione, la confezione, la regia rimangono sempre anonimi, come - appunto - se si trattasse di qualcosa realizzato controvoglia, per un contratto firmato in maniera avventata. Dardano Sacchetti, Giorgio Stegani e Roberto Gandus sono gli sceneggiatori, l'ultimo è anche autore unico del soggetto; fra gli attori i nomi più in vista sono quelli di Alessandra Acciai, Viola Simoncioni, Daria Nicolodi (in un ruolo marginale), Jean Hebert e Stefano De Sando: niente di eccezionale. Paradossalmente sarà proprio il piccolo schermo a consacrare definitivamente il figlio di Mario Bava; dopo quasi due decenni invano sulle tracce paterne, la saga fantasy di Fantaghirò (dal 1991 in avanti per 5 titoli) gli darà il successo popolare. 2,5/10.
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