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La notte dei diavoli

Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film

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La recensione su La notte dei diavoli

di Donapinto
6 stelle

Rimasto in panne con l'auto in una zona boschiva della Jugoslavia, Nicola (Gianni Garko) viene ospitato da una strana e superstiziosa famiglia di contadini che vive isolatissima nei boschi. La notte sbarrano porte e finestre, per paura di qualcosa che si muove nella notte...       Secondo dei due horror diretti dall'artigiano Giorgio Ferroni dopo il notevole IL MULINO DELLE DONNE DI PIETRA del 1960. LA NOTTE DEI DIAVOLI e' un ormai dimenticato film di vampiri tratto da un racconto di Aleksej K. Tolstoj, che gia' aveva ispirato Mario Bava per il secondo episodio de I TRE VOLTI DELLA PAURA del 1963 dal titolo I VURDALAK. Visto da ragazzino in TV, precisamente una trentina di anni fa, mi impressiono' per le suggestive atmosfere, meno per il resto. Rivisto molto di recente, il giudizio non e' affatto cambiato. La pellicola risente del bassissimo budget e di una recitazione non sempre all'altezza. Dialoghi talvolta strampalati, buchi di sceneggiatura e ingenuita', come quando Nicola vede l'anziano capofamiglia ormai trasformato in vurdalak, venire ucciso dal proprio figlio con il classico palo di legno appuntito conficcato nel cuore. Nonostante il corpo si sciolga, Nicola li accusa di essere degli assassini e corre al posto di polizia piu' vicino per denunciarli. Inconsistente anche la storia d'amore tra il protagonista e Sdenka (Agostina Belli) accompagnata da una musica insopportabilmente mielosa. Male realizzata anche la sequenza dellla lotta corpo a corpo tra Nicola e i vurdalak, ed eccessivamente melodrammatico il finale. Nonostante tutto LA NOTTE DEI DIAVOLI recupera interesse per le atmosfere inquietanti e il senso di isolamento che trasmette. Impressionante la vurdalak donna interpretata da Maria Monti e la scena con la piccola Irina che vampirizza sua madre. Artigianali ma funzionali gli effetti speciali. Uno sforzo produttivo maggiore e una regia piu' attenta, ne avrebbero fatto un bel classico del gotico italiano. E comunque per molti gia' lo e'.

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