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Il mistero del profumo verde

Regia di Nicolas Pariser vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il mistero del profumo verde

di miss brown
2 stelle

Immaginate una vasta organizzazione segreta internazionale, diretta e finanziata da potenti elementi delle destre europee e americane, il cui fine è manipolare l'opinione pubblica creando siti internet con cui diffondere fake news. Voi la chiamereste "Profumo Verde"? Che poi è il titolo di un dipinto di Kandinsky, ma caxxo!

Ed è il titolo di un film a dir poco schizofrenico. Da un lato seguiamo un trentenne attore della Comédie Française di nome Martin Rémy (anche qui: difficile prendere sul serio un personaggio che si chiama come un cognac), tra le cui braccia in palcoscenico muore il primo attore, avvelenato. Dopodiché, prima ancora di essere interrogato dalla polizia, viene rapito da loschi figuri dall'accento tedesco che lo interrogano sulle ultime parole del defunto: indovinate? Profumo verde - ma lui risponde di aver sentito solo suoni inintellegibili. Lo drogano, il mattino dopo si sveglia per strada e si scopre ricercato per l'omicidio del collega.

Dall'altro c'è una cinquantenne, logorroica fumettista ebrea, da poco tornata in Francia dopo vent'anni in Israele, con madre e sorella litigiose e telefonatrici ossessive, come neanche nei film di Woody Allen. Ma ciò è del tutto ininfluente ai fini della trama, se non che la tizia, una sconosciuta incontrata per caso, decide di prendersi in carico il povero Martin.

Attraverso varie vicissitudini lo scarrozza in treno da Parigi a Bruxelles, dove salvano un pezzo grosso dell'Unione Europea da un attentato il cui progetto era stato dedotto da Martin in base a labilissimi indizi raccolti quando era tenuto prigioniero, per poi finire a Budapest - ma a questo punto mi ero persa. Praticamente due film incastrati uno nell'altro da un montatore sotto acido, in cui scene a dir poco frenetiche si alternano a inutili quanto inspiegabili lungaggini e a un risvolto romantico a dir poco posticcio. 

 

Di "Le parfum vert" avevo letto alcune recensioni della stampa francese, che lo definivano da discreto a mediocre e gli davano non più di 3 stelle. Ma il cast era buono e il trailer pareva interessante, così ho deciso di andare a vederlo: con i 38° di questo feroce agosto avrei almeno approfittato dell'aria condizionata. Ebbene, se fossi stata a casa davanti alla tv dopo non più di 20 minuti avrei cambiato canale. L'unica consolazione è che, essendo un film europeo, ci ho speso solo 3,50 euro.

Assolutamente da non perderci tempo e denaro.

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