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The Palace

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su The Palace

di zombi
6 stelle

un palazzo che sparisce dietro una coltre di neve, come un millennio che ci si lascia alle spalle, ma col disgelo tutto torna come prima

chiusi in un hotel di lusso in svizzera, varia umanità in attesa del famigerato millenium bug.

il direttore e i suoi fidi assistenti devono cercare di accontentare i clienti nelle loro richieste.

russi fuggiti con valige piene di soldi da una nazione allo sbando che viene passata nelle mani di putin; una contessa capricciosa sopraffatta dai problemi evacuativi del cane; un miliardario e la sua giovanissima moglie rifugiati nel resort fino alla mezzanotte quando lei erediterà tutto; un americano grezzo che spera di speculare sul millenium bug; un attore porno in disarmo; anziane signore devastate dalla chirurgia plastica accorse per l'arrivo di un famosissimo chirurgo.

intorno a questi ricchi o presunti tali, si muove il personale che diretto dal direttore deve fare in modo che tutto vada per come dicono i clienti.

una riccanza spudorata e arrogante, costretta in ambienti angusti a convivere con servitù, guardie del corpo e famiglie provenienti dal profondo e povero est europa, in una cornice da favola imbiancata dalla neve come in un film disney.

polanski dall'alto dei suoi contestatissimi 90 anni, non se la prende, e se la francia non vuol più produrgli film, ci pensa questa co-produzione euopea con tra gli altri luca barbareschi.

il tono è leggero con qualche grettezza suggerita più che altro dalle situazioni, in cui di volta in volta, questi ricchi, arricchiti e con ambizioni di diventarlo, ci si trovano, sospinti da un bisogno estremo di non soccombere al terrore di perdere tutto con il passaggio dal 1999 al 2000, come invece la gente comune si trova ad augurare loro.

russi che da un governo ubriaco di vodka di eltsin, si trovano catapultati nello sguardo inquietante di un giovane putin che promette loro ogni tipo di libertà; cani che non riescono a cacare sulla neve; pinguini come doni di nozze; mummie plastificate che sperano in una consulenza del noto chirurgo in vacanza sono una sorta di scary movie in accumulo, col rischio di esplodere per leggende su queste fantomatiche 4 ciffre che devono cambiare sui computer allo scadere della mezzanotte.

oliver masucci nel ruolo del direttore se la cava molto bene nel destreggiarsi tra esigenze sempre più assurde e grottesche e intorno a lui visi più o meno famosi e riconoscibili, reggono bene il tono del film con in testa mickey rourke in versione donald trump.

barbareschi si ritaglia un piccolo ruolo e sydne rome affascina per come si è trasformata in in qualcoa che si fa fatica a riconoscere.

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