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La rosa rossa

Regia di Franco Giraldi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La rosa rossa

di zombi
8 stelle

tra la prima e la seconda guerra mondiale, i ricordi di due cugini e di due donne tra un impero crollato e amori lasciati andare. la polvere dei ricordi, del tempo, e di segreti a cui rivolgersi con un sorriso affettuoso. polveroso come complimento.

dua anziani coniugi senza figli attendono l'arrivo del cugino. 

è un'attesa nervosa perchè piero ha timore che il cugino dopo anni di assenza possa avanzare pretese sulla proprietà della casa... 

e nervosa per i trascorsi del cugino paolo, ex generale dell'esercito austriaco...

piero è comunque sempre nervoso e se non urla con la giovane servetta rosa, non lesinandole manate sul culo, urla con basilia, la governante da sempre con loro , che seguita a chiamare il cugino paolo, eccellenza e non conte.

insomma l'aria è elettrica, ma finalmente basilia si reca all'attracco dei vaporetti e paolo varca la soglia di casa...

la prima ora del film è strepitosa; giraldi si aggira per le stanze della grande casa signorile che risuona dell'assenza di bambini, come se una troupe visitasse una casa vuota abitata da fantasmi.

ines sempre ricurva sul suo mobiletto a fare l'uncinetto è trasparente da tanto che è pallida; ha una voce sottile che replica con un fil di voce alle insistenti lamentele del marito piero; burbero, scostante, accigliato, alza la voce se non alla prima parola, allaseconda...

e quando arriva il cugino paolo, preceduto dall'adorante governante basilia, i ricordi si scatenano e nella grande casa sembra quasi che i ricordi del passato siano sconquassati da un'improvvisa e inaspettata folata di vento.

è molto bello il momento in cui basilia accompagna paolo a fare il giro della casa e costui viene preso per mano nella semioscurità dalla donna perso nei suoi pensieri , che è quasi visibile, lo stanno travolgendo tutti e troppi in un solo istante; e quando la donna lo chiama, prima di afferrargli la mano , risponde all'"eccellenza" e non al "conte".

è un pò come se quei muri scrostati dall'umidità, le foto ingiallite e ammuffite nelle cornici ammucchiate sui muri o sui mobili, le stanze chiuse e non visitate, si fossero risvegliate dal loro torpore, con l'arrivo dell'uomo.

giraldi è abile nel rendere quasi tattile e afferrabile l'autunno delle vite di un manipolo di persone, sconquassate da eventi epocali della storia, in un inverno che sembra far fatica a lasciare il passo alla bella stagione.

paolo ricorda la sua carriera e la sua vita a vienna; ricorda di come era bello sentirsi italiano e anche austriaco, con il viso scolpito del grande alain cuny, insolitamente sorridente e dolce nei suoi anni avanzati, con quegli spilli neri che aveva al posto degli occhi che scavano , scavano e scavano nel passato.

ma ci sono anche segreti che nascosti nel doppio fondo di un mobile, o nel profondo del cuore, ora aspettano solo di venire a galla...

segreti che dovevano rimanere tali; segreti che nascondo "solamente" il piacere di una corrispondenza generosa di parole e che per uno scherzo del destino non avranno il piacere di un ultimo saluto...

nella seconda parte il film perde un poco la magia del "solaio polveroso"; alcune domande otterranno risposta e alcuni personaggi otterranno riscatto in una sorta di pia illusione di felicità.

nel complesso un buon film ma soprattutto un'ottima scoperta.

insieme alla fotografia, alle musiche di bacalov che riprendono le magiche malinconie mahleriane, gli strepitosi interpreti rendono indimenticabile questo funereo addio alla vita, in forma di racconto di fantasmi in dialogo coi vivi e difficoltoso adattamento al cambio di secolo.

se il conte paolo è interpretato dal grande alain cuny con misurata pazienza, nella sua felicità di essere tornato a casa; una bellissima sorpresa è antonio battistella, attore che non conoscevo e che ha dimostrato una assoluta aderenza al personaggio brontolone del cugino piero e del marito di ines, intepretata da elisa cegani. che paziente dietro al suo uncinetto, doma il marito parlando a fil di voce, solo paga di andare a metter mano ai suoi ricordi sepolti nel cofanetto nascosto.

merita di essere citata anche margherita sala nel ruolo di basilia, donna sola che ha solo potuto amare a distanza.

 

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