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Father Stu

Regia di Rosalind Ross vedi scheda film

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La recensione su Father Stu

di Furetto60
7 stelle

Tratto da una storia vera, solido film drammatico. Intriganti spunti esistenziali

Ispirato ad una storia vera. Dopo un’infanzia travagliata, scandita da furtarelli ed episodi di teppismo, segnata dalla prematura morte del fratello minore, il giovane Stu entra nel mondo della boxe. Dopo un serio infortunio alla mandibola, è però costretto a rinunciare all’attività di pugile. Stuart Long, alias Mark Wahlberg, uno sbandato appartenente al proletariato americano più indigente, con padre alcolista, famiglia a pezzi, senza arte né parte, si trasferisce a Los Angeles nella speranza di diventare attore, ma i suoi sogni restano nel cassetto e alla fine si arrangia lavorando come commesso in un supermercato. Stu conosce Carmen, insegnante di una scuola cattolica , se ne invaghisce e pur essendo agnostico frequenta la chiesa, per riuscire a entrarne nel cuore, addirittura riceve il sacramento battesimale. I due cominciano a frequentarsi e tutto sembra prendere una buona piega, finché il giorno della sua prima confessione Stuart va in crisi, frustrato si ubriaca, un avventore sconosciuto lo avvicina e gli dice: “La vita ti darà un sacco di ragioni per essere arrabbiato, ma te ne basterà una per essere grato” e gli consiglia di non guidare quella sera; lui invece inforca la moto e viene investito da un’auto. Ridotto in fin di vita, ha una visione della “Madonna” che gli rivela che non morirà invano. Stuart si risveglia dal coma e comincia la riabilitazione; convinto di essere stato miracolato e perciò in debito verso Dio e la comunità, decide di prendere i voti. Il clero è però piuttosto perplesso, i suoi trascorsi non limpidi, non sono un buon viatico; peraltro, anche i suoi genitori divorziati, non la prendono bene, anche la fidanzata non capisce. Un brutto giorno, dopo una banale caduta giocando a basket, ha difficoltà a rialzarsi, il medico gli diagnostica una "miosite da corpi inclusi", una specie di SLA, terribile malattia incurabile, in cui a poco a poco si atrofizzano tutti i muscoli del corpo, fino alla inevitabile morte

Viste le sue precarie condizioni di salute, il responsabile del seminario gli confida che la sua “candidatura” al sacerdozio probabilmente sarà bocciata dalla Chiesa. Stuart cade in depressione e insieme al padre, rientra nella casa natale, quando arriva inaspettata la buona notizia: Stuart può essere ordinato prete! Padre Stuart, per tutti “Father Stu,” esercitò come parroco anche nella struttura dove venne ricoverato, fino alla sua morte, avvenuta nel 2014. Aveva solo 50 anni.Eterno dilemma: credere o non credere. Dio ha creato l’uomo o viceversa è l’uomo che ha creato Dio, per poter vivere meglio. Trattati di teologia e di filosofia, studi e tanto altro, non possono sciogliere l’enigma degli enigmi, che l’uomo si pone dalla notte dei tempi. Padre Stuart, come Gesù a suo tempo, in un momento di sconforto si rivolge a Dio e gli chiede: perché mi stai facendo questo? Secondo la concezione cattolica, è nella sofferenza che ci si avvicina al Signore, che così metterebbe alla prova i suoi fedeli. A Papa Francesco, il più umano e illuminato tra i pontefici degli ultimi 100 anni, un giornalista una volta gli chiese: perché Dio, se esiste, può permettere che degli innocenti bambini, si possano ammalare di cancro e lui, con splendido candore e umiltà, rispose che questo non lo sapeva; nel disegno divino, è difficile districarsi. Film “forte” non perfetto, ma molto interessante. Ottima la prova di tutto il cast

 

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