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Povere creature!

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Povere creature!

di mm40
7 stelle

Bella Baxter è una ragazza di una bellezza sorprendente, ma col cervello di una bambina. Letteralmente: il chirurgo Godwin Baxter l'ha salvata da un tentato (e quasi riuscito) suicidio, ha prelevato il cervello della neonata nel suo grembo e glielo ha trapiantato, riportando Bella alla vita. Confinata nella villa dello scienziato, la giovane viene seguita passo passo da Max, uno studente di Baxter; mentre annota i progressi di Bella, Max se ne innamora perdutamente. Bella, però, pur ricambiando il sentimento ha un desiderio troppo forte di libertà: vuole andare a conoscere il mondo esterno. Quando un sordido avvocatucolo, Duncan Wedderburn, promette di rapirla e portarla con sé a Lisbona, la ragazza non ci pensa due volte.


La metafora è fin troppo chiara e di un'efficacia prorompente: la donna, fino a pochi decenni or sono, è stata trattata dall'uomo come una bambina, come una creatura in qualche modo inferiore, graziosa e inoffensiva, incapace di pensare a sé stessa e completamente alle dipendenze del marito o del padre. Poor things – Povere creature! in Italia, con quel fuorviante punto esclamativo denso di una pietà non richiesta verso i personaggi del film – è un'opera di Yorgos Lanthimos su una sceneggiatura altrui (Tony McNamara, lo stesso autore del copione de La favorita, 2018), tratta da un romanzo di Alasdair Gray, ma che reca in sé evidenti tracce del cinema surreale, onirico, inquietante e carico di significati sociopolitici che è proprio del regista greco. La struttura narrativa è eccessivamente lineare per i suoi standard, naturalmente, ma rispetto al già citato lavoro del 2018 siamo avanti anni luce: c'è tantissimo Lanthimos nelle bizzarrie retrofuturiste, negli animali prodotti in laboratorio da Baxter, nelle atmosfere cupe risaltate dal bianco e nero che impera nella prima parte della storia, quella nella quale la protagonista è ancora sotto al giogo maschile. D'altro canto il colore che caratterizza il suo definitivo approdo all'età adulta e all'emancipazione completa dall'uomo è perfino troppo sgargiante (fotografia di Robbie Ryan), quasi da spot pubblicitario o da videoclip musicale, ma la scelta non disturba granché. Già più complicata da digerire è la decisione di inserire tanti nudi (e scene di sesso, per quanto accennato) superflui sul piano del racconto, così come quella di approfondire tanto la parte iniziale della storia, quella in cui Bella è sotto la custodia di Godwin Baxter insomma, per accelerare quindi in maniera parossistica verso un finale in cui un personaggio cruciale come è quello del generale Alfie Blessington entra ed esce sbrigativamente dal film in una specie di sketch quasi demenziale. Scelte discutibili, ma discutibile non è la bontà del sottotesto, un'accesa denuncia al patriarcato che fa impallidire qualsiasi lettura femminista del Barbie di Greta Gerwig uscito pochi mesi prima; Povere creature! è in definitiva una rilettura aggiornata e rivoluzionaria del mito del buon selvaggio (e c'è una bella sequenza, quella sulla nave, esplicitamente improntata a un'osservazione in chiave filosofica della parabola di Bella) che, anziché corrompersi entrando nella società, vi trova finalmente il suo ruolo – con buona pace di Jean-Jacques Rousseau. Emma Stone è semplicemente monumentale; Willem Dafoe una spanna sotto la protagonista e una sopra tutti gli altri elementi centrali del cast, d'altronde azzeccatissimo: Ramy Youssef, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla, Mark Ruffalo, Christopher Abbott, Vicki Pepperdine. 7,5/10.

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