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Le diciottenni

Regia di Mario Mattòli vedi scheda film

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La recensione su Le diciottenni

di cherubino
6 stelle

LE DICIOTTENNI (1955)

 

Remake dall'epoca dei "telefoni bianchi": Mario Mattoli ripropone, con qualche variante, il suo "Ore 9: lezione di chimica" del 1940, senza pretese ma con garbo e con cura come sempre.

 

E' l'occasione per rivedere Virna Lisi  (Maria Rovani) diciottenne, bellezza classica, angelica, ma già utilizzata per ruoli poco accattivanti, un po' tristi come qui o, in altri film, poco mossi e che lei interpreta senza particolare espressività: questo sarà il suo limite per svariati anni, poi arriverà, con la maturità, a dimostrarsi, miracolosamente senza perdere nulla della sua bellezza, anche l'ottima attrice che tutti rimpiangiamo: una carriera lunghissima e in crescendo..  

 

Completamente diverso è il discorso per Marisa Allasio (Anna Campolmi), qui diciannovenne, l'altra protagonista di questo "filmetto". Sapete quanti anni aveva quando apparve nel suo ultimo film ? Solo Ventidue !!!

Ne girò diciotto, di film, a partire dall'età di sedici anni, scoperta quale partecipante a "Miss Italia".*

Ma a partire da questo e fino al 1958 fu veramente "qualcuno" nel nostro cinema, nonostante le tante rivali, tra le quali le più popolari erano Gina Lollobrigida e Sophia Loren. La "fidanzata d'Italia" era però Marisa Allasio.

Come accadde? Viso bello, sicuramente, ma non bellissimo però "moderno" e non somigliante a nessun'altra, ad accompagnare un corpo da "maggiorata fisica", caratteristica che in quegli anni ancora andava alla grande, però mostrato, come in questo film, apparentemente senza malizia e con estrema moderazione: curve che spesso si intuivano più di vedersi. 

 

E le capacità recitative ? Io non ne sapevo nulla, allora, ne sentivo parlare e vedevo la città tappezzata di cartelloni con la sua immagine, come usava a quei tempi, ma al cinema non la vidi quasi mai (ricordo, visti allora, solo "Camping" e "Venezia, la luna e tu"). Ero troppo giovane, o forse troppo attratto dai film western. E sapevo, di lei, che era figlia di Allasio allenatore del Bologna (per un solo anno °): il calcio era l'altra mia passione.

Successivamente, qualcosa credo di aver capito: verve spiccata, buona espressività e tanta personalità, dimostrata anche nella scelta dei personaggi da interpretare, coerenti con l'immagine che voleva dare di lei e che affascinò i giovani maschi italiani senza dispiacere alle loro ragazze e ai genitori. Tutt'altro che succube del sesso forte, determinata, sicura di sè, modello, in fieri, di un percorso di emancipazione della donna limitato, per il momento, a una maggiore autonomia e libertà ma soprattutto a far ben intendere che è la donna a scegliersi il marito che vuole: senza però mettere in discussione che l'obiettivo sia un legittimo matrimonio.

 

Immagine vincente, in quegli anni. E molto probabilmente in linea col suo reale pensare. Lasciò il cinema ancor giovanissima e si sposò, assicurano per amore. Caso volle che sposasse un Conte: a volte i "telefoni bianchi" ritornano !!!

 

Già in questo film il suo personaggio fa intravvedere, per la prima volta, qualcosa, dell'immagine che l'Allasio darà di sè - con grande successo almeno di pubblico - negli anni successivi. Per il resto, il film è ambientato in un collegio femminile e non val la pena soffermarsi su una storia così "leggerina": lo veda chi vuol passare un po' di tempo in assoluta serenità ma, ripeto, senza pretese.  

 

Ci sono altri bravi attori che mi limito a menzionare e che meriterebbero ne parlassi più a lungo (ma non mancherà altra occasione):

Antonio De Teffè (il professor Andrea), Margherita Bagni (la direttrice), Ave Ninchi (l'economa), Rina Morellimadre del professore), Virgilio Riento (il portiere), Pietro De vico (Campanelli). E altri ancora.

 

Voto: Giusto, sarebbe due stelle e mezza. Arrotondo a tre solo "per simpatia", smaccata.

 

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 ° Così ricordavo, ma in realtà Allasio allenò il Bologna per due anni. Poi venne Bernardini (e con lui il nostro ultimo scudetto: 1964).

 (Nota del 16. 7. 2015)

 

 

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"Perdonami !" (1952, regia di Mario Costa).

"Gli eroi della domenica" (1953, regia di Mario Camerini).

"Ballata tragica" (1954, regia di Luigi Capuano).

"Cuore di mamma" (1954, regia di Luigi Capuano).

"Le diciottenni" (1955, regia di Mario Mattoli).

"Ragazze d'oggi" (1955, regia di Luigi Zampa).

"Guerra e pace" (1956, regia di King Vidor).

"Maruzzella" (1956, regia di Luigi Capuano).

"Poveri ma belli" (1956, regia di Dino Risi).

"Belle ma povere" (1957, regia di Dino Risi).

"Camping" (1957, regia di Franco Zeffirelli).

"Le schiave di Cartagine", regia di Guido Brignone).

"Marisa la civetta" (1957, regia di Mauro Bolognini).

"Susanna tutta panna" (1957, regia di Steno).

"Arrivederci Roma" (1958, regia di Roy Rowland).

"Carmela è una bambola" (1958, regia di Gianni Puccini).

"Nudi come Dio li creò" (1958, regia di Hans Schott-Schobinger).

"Venezia, la luna e tu" (1958, regia di Dino Risi).

 

 

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